Le 5 scarpe da calcio più importanti del 2014

Le 5 scarpe da calcio più importanti del 2014

L’occhio – lo sappiamo – vuole la sua parte, ma quando si parla di scarpe da calcio l’estetica per quanto importante non è tutto. A conclusione di un 2014 davvero scoppiettante in quanto a novità, abbiamo deciso di dedicare un’altra delle nostre top 5 alle scarpe più influenti dei 12 mesi appena trascorsi. 

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Nike Magista e Mercurial Superfly IV. Non lo si può negare, al di là delle simpatie e delle preferenze personali, il 2014 sarà ricordato come l’anno del Flyknit. Era marzo quando la casa americana proponeva la sua rivoluzione presentando in Spagna le Magista, eredi delle CTR360 nel segmento Control ma al tempo stesso rappresentanti di una nuova idea di scarpa da calcio. Un tessuto completamente nuovo per il football (il Flyknit appunto), leggero e confortevole, un design inconfondibile che torna ad avvolgere l’intero piede, caviglia compresa; una soluzione non completamente inedita, ma mai interpretata prima in maniera così spinta. Ad aprile – poi – arriva anche la Mercurial Superfly IV, presentata come “la Nike più veloce di sempre” e affidata ai piedi dorati di CR7. Conseguenze dirette delle nuove scarpe Nike: il gol di Goetze nella finale mondiale, Cristiano Ronaldo che alza la Décima e va all’inseguimento di Pallone d’Oro e record di Messi, un grande successo di vendite. Conseguenze indirette: lo scippo da parte di Adidas del papà delle Magista, Denis Dekovic, con conseguenti schermaglie legali. La strada del futuro sembra tracciata e, ancora una volta, a farlo è stato il colosso dell’Oregon. Colorazioni preferite: Magista Shine Through Collection, Superfly CR7 e Hyperpunch/Gold/Black, la prima release. 

 

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Adidas Predator Instinct. Impossibile non citare la nuova generazione di Predator. Un po’ perché si trattava dell’edizione del ventennale e Adidas ci ha marciato (anche troppo) con una varietà di collezioni da far impallidire Imelda Marcos, un po’ perché – in effetti – le Predator Instinct propongono qualcosa di nuovo rispetto alle precedenti (e ottime) LZ II. Tomaia in Hybridtouch, suola riveduta e corretta ma, soprattutto, Lethal Zones per controllo, passaggio e tiro completamente nuove, più pronunciate, a caratterizzare la scarpa proprio come accadde nel ’94 ai tempi del lancio del primo modello. Ci ha colpito molto vederle ai piedi di campioni che di solito prediligono scarpini leggeri come le F50, segno che al di là del tourbillion di colorazioni si tratta di un buon prodotto. Colorazioni preferite: scelta durissima, votiamo l’ultima Black/White/Solar Red (foto) e le due versioni tinta unita Blackout e Whiteout viste a fine estate. 

 

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Puma evoPOWER 1. La Puma non ne fa poi un gran mistero, nell’impossibilità di sfornare come Adidas e Nike quattro modelli per volta, concentra gli sforzi per offrire al pubblico qualcosa di diverso. Differente e qualitativamente alto, proprio come le evoPOWER 1, presentate a Barcellona all’inizio dell’anno e poi affidate ai piedi di campioni del calibro di Cesc Fabregas, Marco Reus (che al ritorno in campo dovremmo però vedere con ai piedi le evoSPEED) e Yaya Touré. Comodità, flessibilità di movimento, il giusto compromesso fra leggerezza e “sostanza”; le evoPOWER 1 hanno soddisfatto sia i nostri tester, sia molti altri addetti ai lavori. Il principale testimonial per il nostro Paese, Marione Balotelli, non è stato molto fortunato, ma che classe con le Tricks bicolori ai piedi o con la sua edizione limitata tricolore! Colorazioni preferite: le Tricks mondiali – appunto – e le recentissime Green/White/Grenadine/Turbulence (foto) che, ai piedi di Fabregas, minacciano di abbattere ogni record di assist stabilito in terra inglese.

 

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Adidas Predator Revenge Pack. Rientra nelle celebrazioni volute da Adidas per i 20 anni delle Preds anche  la riedizione di tre dei modelli storici. Si chiama Revenge Pack e ha fatto vedere la luce alle versioni 2014 dell’originale Predator ‘94, delle Predator Accelerator (1998) e delle Predator Mania (2002). Tiratura limitata, prezzi non proprio modici ma vuoi mettere l’emozione di poter mettere le scarpe di Rambo Koeman, Zidane e Beckham? Una vera chicca per chi aveva già indossato le versioni originali, per chi vuole togliersi lo sfizio di sentirsi come Zizou o il giovane Stevie G e per gli abbienti collezionisti di tutto il globo. Operazione nostalgia, ma convincente. Colorazioni preferite: senza paraculaggine, ex aequo totale. Se avessero rifatto le Mania bianche o grigie, però, sarebbe venuto giù l’internet.

 

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Nike Tiempo Legend V. Intramontabili. Giunte alla quinta generazione, anche in un anno ricco di novità per la Nike le Tiempo tengono botta e si confermano per il calciatore di qualsiasi categoria e latitudine un assegno coperto. Comode, confortevoli, adatte a ogni ruolo e a ogni campo (anche la versione AG è fantastica), resistenti senza però peso eccessivo e senza, soprattutto, compromettere il feeling con la palla che è quello di sempre. A chi sogna magie con indosso scarpe superleggere di ultima generazione è bene ricordare quello che, con le Tiempo, riescono a fare giocatori come Totti o Tevez. Il vento dell’innovazione soffia in tutt’altra direzione, ma ogni tanto è bello anche avere delle certezze. Colorazioni preferite: propendiamo per la versione Neo-turquoise/HyperCrimson (foto) lanciata a settembre proprio quando eravamo ospiti del Nike Innovation Showcase di Roma, seppure affascinati dalla versione nera dello Stealth Pack e da quella bianca della Shine Trough Collection.

 

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Menzione speciale – New Balance Prototype. Con il giusto mix di mistero e prestazioni calcistiche convincenti, il rebranding di Warrior ha generato a partire dall’autunno una delle scarpe più attese del 2015: la New Balance da calcio. La strategia del marchio americano ha funzionato eccome, gli appassionati non vedono l’ora di poter mettere le mani (e i piedi) sugli scarpini visti ai piedi di Ramsey, Nasri & Ko(mpany). Tomaia esterna in materiale sintetico, con una trama a nido d’ape simile alle Nike Hypervenom, mentre l’attacco della suola a giudicare dalle foto ricorda lo Sprintframe Adidas. Si tratta chiaramente di impressioni sommarie, dato che solo pochi fortunati per ora hanno potuto maneggiarle dal vivo, ma le premesse sembrano esserci tutte. Inoltre le silhouette in total black e total white dei prototipi (interrotte dalla sola, visibilissima, ‘N’ del marchio) hanno un certo fascino. Resta da capire se si manterrà una linea sobria, in sintonia con quanto viene fatto da anni per le sneakers, o se resteranno le scelte cromatiche forti (e a volte folli) applicate ai tre modelli Warrior e, ovviamente, che fine faranno Gambler, Skreamer e Superheat.

Se fosse stata una Top 10 avreste trovato anche Puma evoSPEED 1.3, Adidas Nitrocharge II, Nike Elastico Superfly e Adidas Copa Mundial Samba.



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