“Roberto Baggio. Avevo solo un pensiero” per 66thand2nd

“Roberto Baggio. Avevo solo un pensiero” per 66thand2nd

Per chi ha attraversato gli anni Novanta con coscienza sportiva e consapevolezza sono tanti i ricordi che riportano a Roberto Baggio (che il 18 febbraio compie 53 anni) e probabilmente non tutti sono felicissimi, qualcuno anzi è molto doloroso, certi sono di incredibile piacere, ma moltissimi sono costellati dalla pura meraviglia.

Meraviglia e piacere si uniscono insieme nel bel libro a lui dedicato che arriva in libreria dal 27 febbraio per la collana Vite inattese, dal titolo “Roberto Baggio. Avevo solo un pensiero”, di Stefano Piri.

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Roberto Baggio. Avevo un solo pensiero

Si legge nel testo che accompagna il volume, elegantissimo di quell’eleganza di cui oramai ci ha abituato la 66thand2nd, una breve nota che recita:

“La presenza di Baggio è intermittente, liminale, sempre sospesa sul crinale del tradimento. Vederlo giocare è come aspettare una stella cadente la notte di San Lorenzo, e se vogliamo è un’esperienza più religiosa che veder giocare Maradona: bisogna essere disposti a contemplare un’assenza, aspettando qualcosa che potrebbe manifestarsi oppure no e che, se anche dovesse manifestarsi, si scioglierà nel buio un attimo dopo”.

Ecco, Roberto Baggio era così, sia per i suoi tifosi, sia per i semplici malati di calcio che di volta in volta assistevano ai suoi non scontati miracoli calcistici. Sempre per rimanere in tema di esperienza religiosa.

Stefano Piri, l’autore

Stefano Piri, scrittore e giornalista, redattore di Esquire, collaboratore de L’ultimo uomo, era allo stadio il giorno che Roberto Baggio ha giocato la sua ultima partita con la Nazionale. Per lui è stata un’emozione strana, come la fine di un’epoca: quel sentimento è il sentimento che pervade tutto il libro. L’autore ripercorre la vita e la sua carriera fin dalla sua apparizione a Vicenza “quando non ha ancora vent’anni e sembra un angelo spietato che inchioda i difensori avversari a terra. Quando ha solo un pensiero: prendere la palla e andare dritto in porta”.

diadora baggio

Roberto Baggio. L’ultimo fuoriclasse italiano

Ma il libro non è solo il racconto dei successi e, appunto, delle meraviglie che Baggio è stato in grado di generare sul campo da calcio. Il racconto del giocatore si risolve nel viaggio di un campione, ma anche di una persona con le sue fragilità.

Per Stefano Piri, Roberto Baggio è “allo stesso tempo l’ultimo fuoriclasse italiano del Novecento e il primo del nuovo millennio, l’ultimo che può permettersi una corporatura da mimo e il primo a diventare un’icona nella nuova celebrity culture sportiva globale, trascendendo le squadre in cui giocano, i risultati e perfino la popolarità degli sport che li hanno resi grandi”.

Tutto vero, ma per molti Roberto Baggio è stato pura magia e pura semplicità. Semplicemente indimenticabile.

Vite inattese 66thand2nd, una collana di campioni indimenticabili

Non è il primo libro che 66thand2nd dedica nella sua collana Vite inattese ai personaggi del calcio. Troviamo un volume dedicato a Cristiano Ronaldo, “Storia intima di un mito globale”.

Ma, e per fortuna, questa casa editrice non guarda solo ai campioni conclamati ma ha un’attenzione sapiente per i personaggi, gli uomini di sport e di calcio. Così ha pubblicato “Con il piede giusto”, il racconto autobiografico di Vikash Dhorasoo, ma anche “Duncan Edwards, il più grande”, firmato da James Leighton.

E poi ancora Le Roi, il libro di Jean-Philippe Leclaire su Michel Platini, e Maradona è amico mio, di Marco Ciriello. Senza dimenticare poi “George Best, l’immortale”, di Duncan Hamilton e “Un giorno triste così felice”, di Lorenzo Iervolino, sul grande Socrates.

roberto baggio

Ma Roberto Baggio, per noi Nerds, significa anche un’altra cosa. E cioè i suoi classici scarpini Diadora (fra cui gli indimenticabili Brasil azzurri e bianchi ritratti nella copertina del libro), indossati con rarissime eccezioni giovanili per tutta la carriera. Dagli anni del Pallone d’Oro e del sogno americano di Usa ’94 fino alla emozionante – e sorprendente – coda di carriera a Brescia.

Una scarpa sicuramente non vale un libro, ma anche solo riammirando alcune delle più belle Diadora progettate per il Divin Codino (oltre che i vari remake che fanno impazzire i fan, soprattutto all’estero) è possibile vivere nuovamente le emozioni di una vita sportiva davvero straordinaria.