di @FFiumi La Berlino che accoglie Prince Boateng è ben ...
A Napoli non passa giorno in cui non venga rimpianto. In Baviera è oscurato da Manuel Neuer eppure, nonostante questo, Pepe Reina (all’anagrafe José Manuel Reina Pàez) ha trovato il tempo per diventare il portiere dei record. Con l’esordio di sabato 14 marzo in Bundesliga contro il Werder Brema, il numero 25 di Madrid è infatti il primo estremo difensore della storia ad aver giocato in tutti e quattro i maggiori campionati europei; primo anche tra gli spagnoli in questa speciale classifica, il nono giocatore in assoluto.
.@PReina25 jugó con el @FCBayernES, su cuarta gran liga como estos tantos (vía @casadelfutbol) #YNWA pic.twitter.com/PO3g5NJfzo
— Esto es Anfield (@estoesanfield) March 14, 2015
Pepe è ben più di un semplice portiere: abile tra i pali, autoritario nella gestione dell’area, regista difensivo e fantastico uomo spogliatoio. Ovunque sia andato ha lasciato un segno nel cuore dei propri tifosi e dei compagni. Celebri, in questo senso, restano le sue esultanze sfrenate sotto la Kop o le corse folli ai piedi della Curva A dopo ogni gol segnato dalla sua squadra. Negli anni è passato agli onori della cronaca anche per qualche svarione clamoroso, passaggi a vuoto che gli hanno creato, talvolta, la fama di portiere inaffidabile; poche cose però sono più lontane dal vero. Perché Pepe appartiene a quell’elité di portieri che alla fine dell’anno portano punti pesanti con le loro parate.
Quello di Pepe Reina, è un record iniziato nella cantera del Barcellona, assieme ad un certo Victor Valdes; passato attraverso l’esperienza di Villarreal ed il viaggio Oltremanica nello storico Liverpool di Rafa Benitez, suo autentico padre putativo. Sarà lo stesso tecnico spagnolo a volerlo fortemente a Napoli, la scorsa stagione. L’esperienza alle pendici del Vesuvio è a dir poco ottima, ma ha il retrogusto amaro di un prestito senza diritto di riscatto. A fine anno gli azzurri decidono di non puntare su di lui, forse per motivi economici, forse perché non si fidano delle sue condizioni fisiche, forse semplicemente per puntare su Rafael Cabral: i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Parafrasando lo stesso portierone spagnolo a Napoli piangono due volte: la prima, quando viene ingaggiato al posto di Julio Cesar, nome caldissimo all’epoca; la seconda quest’estate, quando firma con il Bayern e dice addio al capoluogo campano.
Per Reina si aprono le porte del Bayern Monaco. Esperienza intrigante, poco importa se davanti ci si ritrova il miglior portiere al mondo, il fascino della Bundesliga lo attrae e lo convince ad accettare un ruolo da comprimario. L’avvio in Baviera non è dei più semplici, subisce immediatamente un infortunio al quadricipite che lo tiene ai box per un paio di mesi. Poi recupera ed aspetta pazientemente, sino a sabato. Il resto è storia recente, è record. È Pepe.
L’unico rimpianto è quello di non poterlo vedere in campo ogni settimana, specie considerando quanto ancora potrebbe offrire; un rimpianto che in Baviera non smuove tanto la coscienza, perché uno come Reina può essere decisivo in tanti modi, anche stando seduto su una panchina. Per informazioni chiedere a Vicente Del Bosque ed ai suoi compagni di nazionale nella spedizione sudafricana.
Noi lo omaggiamo con una galleria di foto, con le maglie (ed i guanti) della sua carriera [di @dece30]
Pepe Reina indossa Adidas Predator Instinct e guanti Adidas Nova Predator Zone Ultimat nella colorazione Night Flash/Solar Red/White.