Juventus-Borussia Dortmund, i segreti della squadra di Klopp

Juventus-Borussia Dortmund, i segreti della squadra di Klopp

di @deCe30

Avere la presunzione di dire qualcosa di veramente utile e non scontato su una squadra che solo due anni fa si giocava la finale di Champions League non è facile. Non è facile perché sul modello Borussia Dortmund e sulla filosofia di Juergen Klopp s’è detto tutto ed il contrario di tutto. Si sono spesi fiumi d’inchiostro e lo si è spesso preso a modello come esempio da seguire per le squadre italiane in un’epoca di rigore e crisi economica. Correttamente, ma anche a sproposito talvolta.

Nulla da dire sul piano della gestione societaria. Quello dei gialloneri è un gioiellino invidiabile: stadio sempre pieno e di proprietà, bilanci in attivo, gestione del merchandising all’avanguardia ed una solidità che va ben oltre l’indubbia crescita del movimento calcistico tedesco degli ultimi anni. Non male per una società che tra il 2005 ed il 2006 era sull’orlo del fallimento. Costretta a dover accettare i prestiti dei rivali del Bayern Monaco per far fronte al pagamento degli stipendi dei propri giocatori.

Quello che però interessa più da vicino metà Italia pallonara è il Borussia di oggi. Cosa deve aspettarsi la Juventus questa sera? Partiamo da un dato incontrovertibile: quello che i bianconeri incontrano non è più il Borussia Dortmund di due anni fa. Il marchio è sicuramente lo stesso, fatto di possesso palla, fraseggio stretto ed una suddivisione quasi matematica per quanto riguarda lo sviluppo delle azioni offensive.

Tipologia dei passaggi

Type

Media passaggi per partita

Efficacia

Passaggi corti

450

83%

Passaggi lunghi

75

14%

Cross

17

3%

Passaggi filtranti

2

0%

 

grafico_attack_borussia

 

Tuttavia rispetto alla macchina perfetta di qualche anno fa, qualcosa è cambiato. Innanzitutto, la società non ha saputo assorbire, come accadeva in passato, le partenze illustri. Vuoi per il livello dei giocatori ceduti, vuoi perché i sostituti hanno deluso le aspettative, gli addii di Goetze e Lewandowski si sono fatti sentire in maniera traumatica. Passi il gioiellino tedesco, partito la scorsa stagione e rimpiazzato con i ritorni di Sahin e Kagawa; ma nel caso di Lewandowski la successione è stata a dir poco disastrosa. Né Ramos, né Immobile hanno saputo sostituire nel tabellino dei marcatori la punta polacca ed il risultato immediato è che la squadra giallonera fa una fatica tremenda a concretizzare le occasioni che, nonostante l’annata tutt’altro che brillante, continua a creare. L’attacco di Klopp è soltanto l’undicesimo del campionato, pur essendo terzo nella speciale classifica della media tiri a partita e  seconda in termini di possesso palla.

La soluzione proposta da Klopp per rimediare alla sterilità offensiva è stata quella di accentrare Pierre-Emerick Aubameyang, capocannoniere della squadra con 12 reti stagionali. Esperimento riuscito, ma solo in parte, perché se è vero che l’attaccante del Gabon, scuola Milan, sta conoscendo una discreta regolarità al tabellino, è altrettanto vero che, piazzato al centro dell’attacco, gli riesce difficile garantire quell’apporto alla manovra di squadra che era tipico del suo predecessore ed è troppo spesso sovrastato fisicamente dagli avversari (solo il 23.13% di contrasti aerei vinti per Aubameyang, contro il 37.01 di Lewandowski nella scorsa stagione *). In altre parole, il polacco manca sia in termini di reti realizzate, sia per l’apporto alla squadra e per la capacità di fare reparto da solo.

NB: La statistica diviene ancora più impressionante se si considera che i dati del polacco sono basati su un campione maggiore che tiene conto dell’intera stagione passata.

Tipologia dei gol

Type

Goals

Effect

Azioni di gioco

18

64%

Calcio piazzato

6

21%

Ripartenze

3

11%

Autogoal

1

4%

Calci di rigore

0

Tuttavia ridurre la crisi dei gialloneri alla sola assenza di Lewandowski risulterebbe semplicistico e poco corretto. Le difficoltà del Borussia in questa stagione vanno ben oltre l’incapacità di concretizzare le occasioni create ed investono anche l’enorme difficoltà nel difendere i vantaggi: in ben sei occasioni, infatti, i gialloneri si sono fatti recuperare, quattro volte in maniera fatale. È successo contro il Bayern Monaco (parziale 1-0, finale 2-1), con il Padeborn (parziale 2-0, finale 2-2) e contro il Wolfsburg (due volte in vantaggio, 1-0 e 2-1, due volte ripresi). Per un totale di 7 punti dilapidati che pesano sulla classifica generale. Giochino forse infruttuoso, ma particolarmente esemplificativo: con questi sette punti in più, il Borussia sarebbe a soli due punti dal quarto posto valevole per il preliminare di Champions. A questo vanno poi aggiunti i numerosi errori individuali, specie per quanto riguarda il pacchetto arretrato, con Subotic, Weidenfeller e Hummels lontani dagli standard delle ultime stagioni e per nulla aiutati dai rincalzi Papastathopoulos e Langerak. Decisamente non all’altezza del ruolo. Nonostante l’annata difficile, la difesa del Borussia è comunque la settima del campionato, in coabitazione con Mainz e Friburgo.

Come arriva il Borussia alla sfida con la Juventus? Il trend pare comunque cambiato nelle ultime settimane. Grazie alle tre vittorie consecutive nelle ultime tre gare, e ad una classifica cortissima, la squadra di Klopp è ora al dodicesimo posto. Neanche così lontana dall’Europa (-5 punti dall’Europa League, -10 dalla Champions). Quasi impensabile meno di un mese fa, al momento del sorteggio, con i gialloneri all’ultimo posto in classifica e sull’orlo di una crisi di nervi dopo lo 0-1 casalingo contro l’Augsburg. Buona parte della rinascita del BVB può essere ascritta al recupero di Gundogan, tornato in cabina di regia dopo oltre un anno di assenza. Ma attenzione, perché indipendentemente dal periodo storico e dalle assenze, in questa stagione il Borussia di Champions non ha (quasi) mai deluso.

Cosa deve temere la Juventus? Innanzitutto l’effetto-Champions. La musichetta che fa sognare i tifosi di tutto il mondo ha già tirato diversi scherzi alla Vecchia Signora in passato, mentre al contrario, sembra galvanizzare i gialloneri. In seconda battuta il Signal Iduna Park. L’ex Westfalenstadion è un vero e proprio catino, obbligatorio arrivarci con un vantaggio, anche risicato, perché tra queste mura è caduto anche il Real di Ancelotti lo scorso anno. Da un punto di vista tattico, invece, bisogna temere il ritmo dei tedeschi (AAA effetto Juventus Stadium cercasi) e la loro imprevedibilità. I nomi sono sempre i soliti, attenzione massima a Reus, Gundogan, Aubameyang, ma anche al dente avvelenato di Ciro Immobile che in Champions si trasforma. Occhio ai calci piazzati, specie quelli diretti, ed alle conclusioni da fuori area perché il Borussia dalla distanza ci prova e fa anche male.

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[dati Whoscored.com]



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