Come accade sempre in questo periodo (la prossima sarà la ...
Notti magiche, inseguendo un gol. Attorno a tutto ciò che circonderà le celebrazioni per il trentennale di Italia ’90, dai ricordi sportivi a quelli più pop e fino alla geopolitica, si rischia di dimenticare quanto l’estate italiana fu importante anche per lo stile.
Gli anni Novanta si sarebbero rivelati un vero e proprio punto di svolta per il design e il concetto stesso di maglia da calcio e non è per niente un caso che, fra le divise di quel mondiale, troviamo alcuni dei kit più iconici della storia.
Abbiamo scelto, senza pretese di completezza, le 10 maglie più belle assieme – come sempre – a qualche bonus. Salite a bordo, il tour può cominciare.
Maglie calcio Italia 90: la top ten
10. Austria home (Puma)
Con adidas che firma 15 kit su 24, per gli altri brand sono poche le possibilità di farsi notare. Puma ci riesce con questo design geometrico su sfondo bianco, molto moderno all’epoca, in contrasto con uno stemma nazionale così “all’antica” come l’aquila austriaca.
Da notare come il particolare disegno “spinga” il logo Puma dallo stesso lato del crest. L’Austria – prima vittima di Schillaci – si ferma però ai gironi.
9. Spagna home (Le coq sportif)
Dopo due titoli consecutivi (1982 e ’86), Le coq sportif affida le sue speranze alla Spagna, riconfermando per le Furie Rosse le maglie già viste a Euro ’88.
Maglia completamente rossa, ovviamente, con un sobrio pattern sul tessuto che riproduce il galletto del brand francese. Eleganti anche i dettagli gialli sulla V del colletto e sugli orli delle maniche.
8. Costa Rica away (Lotto)
Il Costa Rica non è solo una delle rivelazioni del mondiale, ma ha anche una storia legata alle maglie che meriterebbe il podio.
Nel girone C (Torino e Genova) usa per ben due volte un’inedita divisa bianconera che da subito viene raccontato come tentativo di accaparrarsi le simpatie dei tanti tifosi locali della Juventus. Si narra anche della passione per il Partizan dell’allora Ct, Bora Milutinovic, o di un furbo regalo del presidente della Juve, Boniperti.
In realtà la versione più accreditata, anche 30 anni dopo, è quella di un omaggio ai colori del CS La Libertad, il più antico club professionistico del paese caraibico. Fra l’altro il Costa Rica (sponsorizzato dalla Lotto) riesce a sfoggiare anche due prime maglie differenti fra girone e ottavi di finale. Ma questa è un’altra storia…
7. Camerun home (adidas)
Se parliamo di rivelazioni, nessuno come i Leoni Indomabili del Camerun. Semi sconosciuti all’epoca, nonostante l’incontro con l’Italia nei gironi del 1982 ma ben presto eletti a squadra-simpatia grazie alla vittoria iniziale contro l’Argentina e a un cammino che si ferma a un passo dalla semifinale.
Il template adidas utilizzato spicca soprattutto per il largo uso di dettagli geometrici bianchi su sfondo verde (rari da vedere su un completo già ricco di per sé di colore) e per l’enorme testa di leone sul petto.
Nella terza gara del gruppo B viene sfoggiata anche la sgargiante versione gialla, con pantaloncini rossi e calzettoni verdi.
6. URSS home (adidas)
Ultimo tango per l’Unione Sovietica, che scomparirà fra Italia ’90 e Usa ’94. Per la prima volta, i sovietici vanno al mondiale senza l’iconica scritta CCCP sul petto.
La sostituisce un moderno completo adidas, caratterizzato da un elaborato pattern geometrico bianco-grigio sul petto. Spicca sulla parte sinistra lo stemma federale, contenuto all’interno di un quadrato nero.
La maglia da trasferta bianca (stesso template) viene preferita in due gare su tre del girone, ma senza successo. È un addio amaro, ma non privo di stile.
Maglie calcio Italia 90: le più belle
5. Inghilterra home (Umbro)
Il brand calcistico che definirà il decennio porta solo due rappresentanti in Italia: la Scozia e – ovviamente – l’Inghilterra di Lineker e Gascoigne.
Il pattern in rilievo su sfondo bianco replica il doppio diamante del marchio di Manchester su tutta la maglia, così come le decorazioni geometriche su maniche e pantaloncini.
Da notare il font diverso fra shorts e maglia; una divisa che – fra l’altro – “resta in Italia”, sostituendo i tre leoni con i quattro mori e diventando la away 1990/91 del Cagliari.
4. Jugoslavia home (adidas)
Ultimo mondiale anche per la Jugoslavia unita. Un vero squadrone, che si stoppa alle soglie della semifinale, fermato solo dai calci di rigore.
Ma anche stilosissimo, con il raro template adidas, caratterizzato dal motivo “a fulmine” lungo i fianchi e dalle pinstripes tono su tono su tutto il corpo-maglia.
Da annotare anche il crest nazionale, che riporta in evidenza la data di proclamazione della Repubblica Socialista (29.XI.1943).
3. Colombia home (adidas)
Un’altra bella storia di maglie. Pochi, specie i più giovani, sanno che l’attuale conformazione “tricolor” dei completi colombiani, ispirata alla bandiera, è una conquista recente.
Arriva dopo l’azzurro (1937-38), il bianco (1945-57), il blu scuro (1957-71) e l’arancione (1971-85). Nel 1985 la svolta, con la maglia rossa che – accompagnata da pantaloncini blu e calze gialle. La versione di Italia ’90 è super cool, con le classiche decorazioni adidas sulle spalle, ma alla storia passa il completo da trasferta giallo.
Che viene usato solo agli ottavi di finale ma, nel 1992, diventa ufficialmente il colore principale, con tanto di riproposizione-citazione del design ’90 a Russia 2018.
2. Italia home (Diadora)
In un’epoca in cui già la creatività decolla e i loghi degli sponsor sono letteralmente ovunque, la Nazionale sceglie il basso profilo. Look sobrio e niente loghi dei fornitori sul petto (durerà fino a Euro 2000).
Ciò nonostante, la maglia delle “Notti magiche” resta indimenticabile, con i suoi eleganti dettagli tricolore su colletto e bordi delle maniche e il badge federale tondo, molto moderno per l’epoca, che ingloba anche le tre stelle.
Ma, soprattutto, a rubare l’occhio era l’effetto lucido dato sotto i riflettori dal tessuto acetato con cui era realizzata da Diadora. Quell’azzurro così semplice ma così intenso, perfetto per una squadra come quella portata da Baggio e Schillaci a un passo dal sogno.
1. Germania Ovest home (adidas)
Primi sul campo, grazie al rigore di Andy Brehme nella finalissima, e primi anche nella nostra top ten, grazie a un design che è entrato nell’immaginario di chiunque ami il calcio e le maglie.
Talmente bello da essere durato tre anni (un Europeo e un Mondiale con la stessa maglia, oggi non sarebbe possibile), talmente “forte” da costituire ancora oggi una pietra di paragone e un riferimento per chiunque si sieda a disegnare una maglia della Germania.
La dinamica rielaborazione della bandiera della Germania Federale (il muro era caduto nel novembre 1989, ma le due nazionali si riuniranno nell’autunno del ’90) pare sia stata ispirata ad adidas nientemeno che dal Ct del 1990 – e miglior giocatore tedesco di sempre – Franz Beckenbauer.
Bonus: adidas “Space Invaders” GK
Doveroso omaggio a un’altra delle maglie simbolo di Italia ’90 e di fine secolo: il template da portiere firmato adidas e soprannominato affettuosamente “Space Invaders”, dall’omonimo videogame Taito, reso celebre dall’Atari.
Nonostante il brand tedesco vestisse 15 nazionali, la maglietta fu portata in campo solo da René Higuita, estroso numero 1 della Colombia, da Sergio Goycoechea (Argentina) e dal portiere egiziano Ahmed Shoubeir. Curiosità: nessuna delle tre maglie aveva la stampa identica alle altre sulla parte anteriore, si trattava di tre pezzi “unici”.
Sono le uscite spericolate di Higuita (che l’ha indossata anche durante il recente lockdown) a consegnare il kit alla storia del calcio e della nazionale colombiana, tanto che i colori verranno usati anche da Ospina nel 2018.
Bonus: Inghilterra 3rd (Umbro)
Menzione d’onore, infine, per una maglia che non vide mai il campo a Italia ’90. È la terza divisa dell’Inghilterra, azzurro chiaro, con pattern a diamanti sul corpo e colletto navy che compare nel video di “World in motion…” dei New Order.
La canzone fu commissionata e scritta proprio per accompagnare la nazionale inglese nell’avventura mondiale e cantata dalla band nata dalle ceneri dei Joy Division assieme a John Barnes (stella della nazionale e del Liverpool), Gascoigne a diversi altri calciatori della squadra.
La maglia Umbro viene indossata da Bernard Sumner, leader dei New Order, nel videoclip e nell’ormai celebre foto di copertina di NME, scattata da Kevin Cummins (lo stesso della foto degli Oasis con le maglie del City), diventando un simbolo dell’estate italiana.
“World in motion…” viene ancora ritenuta in Inghilterra la migliore football song mai uscita. La maglia è diventata un classico anni Novanta anche se, in realtà, venne usata dall’Inghilterra per una sola gara, nel ’91.
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