#CosmosInCuba, la storia ricomincia

#CosmosInCuba, la storia ricomincia

di Lorenzo Bellucco

2 giugno 2015, stadio Pedro Marrero, L’Havana, Cuba. La storia del calcio, e non solo, passa da qui. Per capire meglio bisogna fare un passo indietro e tornare al 18 dicembre scorso, giorno in cui Barack Obama e Raul Castro hanno annunciato alle rispettive nazioni e al mondo intero la volontà congiunta di porre fine, dopo 53 lunghissimi anni, all’embargo cubano. L’auspicio è una rapida ripresa delle relazioni politiche tra i due stati, garantendo fin da subito la possibilità ai cittadini americani di viaggiare verso l’isola. Una delle prime conseguenze è – appunto – #CosmosInCuba

Già, perché fra i primi a raccogliere l’invito del presidente ci sono stati i New York Cosmos, una delle tre squadre della Grande Mela, che attualmente milita nella North American Soccer League, una sorta di serie B americana. La franchigia newyorkese, diventata famosa già negli anni ’70 per aver avuto tra le proprie fila giocatori del calibro di Pelè, Beckenbauer e Chinaglia, si è assicurata, infatti, un’amichevole contro la nazionale cubana, prestigiosa non tanto per i valori in campo ma, soprattutto, per il grande impatto mediatico, anche considerando che l’undici ‘isolano’ si sta preparando per la CONCACAF Gold Cup del 2015, che si svolgerà proprio negli Stati Uniti.

“Il calcio è ai giorni nostri uno tra i più potenti mezzi per promuovere la libertà e l’integrazione tra le culture. Siamo davvero orgogliosi di essere i primi ambasciatori dello sport a sbarcare nuovamente sull’isola”, queste la parole di Giovanni ‘Gio’ Savarese, ex centravanti del Venezuela, con un passato in Premier Leauge e con chiare origini italiane, che dal 2012 guida i Cosmos.

Dal punto di vista calcistico Stati Uniti e Cuba si incontrano periodicamente a livello di competizioni internazionali, con l’ultimo match vinto per 4-1 dagli USA in quel di Sandy, Utah, in occasione della Gold Cup 2013. Dopo gli ultimi Mondiali, poi, la squadra a stelle e strisce ha raggiunto un livello di consapevolezza e di gioco notevole, mentre è molto più dura la situazione dei Leones del Caribe, attualmente fermi all’82° posto del ranking Uefa.

Da sottolineare anche il problema vissuto da diverse Nazionali di Cuba che negli anni si sono recate fuori dai confini nazionali per i vari tornei: sono stati molti i giocatori che ne hanno approfittato per cercare di non tornare più sull’isola. Un esempio è quello dell’attuale centrocampista dei Seattle Sounders Osvaldo Alonso, che ha lasciato la sua Nazionale nel corso della Gold Cup 2007 e, da allora, non ha più fatto ritorno in patria.

Dal 1959, anno della rivoluzione, una sola squadra di club straniera è riuscita a calcare i campi di calcio cubani, i Chicago Sting nel 1978. Non vale lo stesso discorso per il baseball, assieme alla boxe uno degli sport più amati e praticati sull’isola, che in passato ha spesso sconfinato. Tra ritiri e amichevoli le squadre professionistiche della MLB erano assidue frequentatrici di Cuba e, proprio per questo motivo, dopo l’annuncio di Obama i primi in assoluto a tentare l’approccio per giocare a Cuba sono stati, secondo quanto riportato dai media USA, i Boston Red Sox.

Oltretutto l’ultima statunitense ad aver giocato sull’isola fu proprio una squadra di baseball, i Baltimore Orioles, in una partita datata 1999. Ma, a quanto pare, i cubani hanno preferito il calcio e i NY Cosmos al baseball, anzi, al beisbol, secondo la grafia latino-americana. Un amore lontano e mai del tutto sepolto quello che lega il calcio all’isola: la prima gara ufficiale tra l’Hatuey e i Rovers, squadre che sarebbero comparse nell’albo d’oro dei primi due campionati nazionali, è datata addirittura dicembre 1911. Al Mondiale francese del 1938 le uniche due rappresentanti d’oltreoceano furono il Brasile e proprio Cuba, che eliminò la Romania prima di perdere con la Svezia.

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E poi esiste anche la Cuba calcistica da esportazione. Nel dicembre del 1947, quando si gioca la partita inaugurale del nuovo stadio del Real Madrid, l’allora “Chamartín”, il migliore in campo risulta il cubano Jésus “Chus” Alonso. Dopo di lui sono stati ben otto i cubani ad indossare la maglia del Real. Le loro foto e alcuni cimeli sono accuratamente custoditi all’Hotel Nacional de l’Avana, dove oggi ha sede il fan club ufficiale del Madrid sull’isola. E allora non c’è più da stupirsi che siano proprio i NY Cosmos dell’ex bandiera madridista Raul i primi a giocare a Cuba. Per il calcio e per la storia.



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