@orangeket per GQ ItaliaDisastro, fallimento, vergogna. O, ancora più laconicamente, ...
T come Testa, C come Cuore, G come gambe. #TCG vuole proporre storie di calciatori, squadre, allenatori o personaggi del mondo dello sport che si sono presi delle rivincite, hanno raggiunto traguardi insperati o magari pur non dotati come altri hanno raggiunto il merito tramite allenamento, costanza e dedizione. #TCG vuole raccontare percorsi di uomini prima ancora che atleti, dare risalto a chi viene spesso sottovalutato perché magari poco appariscente. #TCG parlerà di quei calciatori che ogni allenatore vorrebbe. Parlerà di chi, con grinta da leone, ha scommesso su se stesso ed ha vinto.
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Birkir Bjarnason
(di @MarcoMencaOffic)
Per chi, fin da bambino, cresce forgiato dal freddo polare del Nord Europa non deve essere stato difficile sopportare qualche critica di troppo nei periodi complicati. Il viaggio di Birkir Bjarnason, però, inizia circa dieci anni fa, a Sofia in Bulgaria. Nella Coppa Uefa 2005/06 i padroni di casa affrontano il Viking, una delle squadre più vincenti di Norvegia. Al 79’ fa il suo esordio un diciassettenne islandese sconosciuto ai più. Nel corso dei due anni successivi Bjarnason colleziona solo 26 presenze totali ed un gol. Nel 2008 viene girato in prestito a diverse squadre, tornando alla casa madre l’anno successivo e diventando finalmente titolare fisso. Nonostante le buone prestazioni nel corso delle stagioni successive, il Viking non gli rinnova il contratto e Birkir, a gennaio 2012, si trasferisce da svincolato allo Standard Liegi. L’avventura dura poco e l’islandese nel mercato estivo sbarca in Serie A, in un Pescara troppo giovane ed inesperto per mantenere la categoria.
Ma Bjarnason mostra qualcosa di diverso. Schierato in mezzo al campo da centrocampista centrale, Brkir denota uno straordinario spirito combattivo, unisce qualità e quantità ed è quasi sempre uno dei pochi a salvarsi nelle molte sconfitte degli abruzzesi. L’anno successivo la Sampdoria gli offre la possibilità di rimanere nella massima serie, ma la stagione sarà difficile, Delio Rossi viene esonerato ed il centrocampista classe ’88 trova poco spazio. Nonostante questo non si arrende e continua a lottare come un leone. La svolta arriva nel 2014, quando alle buste viene riscattato dal Pescara. Birkir accetta di scendere in Serie B e diventa vero e proprio leader dei biancazzurri che mancheranno la promozione di un soffio. L’allenatore Baroni lo piazza come mezz’ala in un centrocampo a tre e lo fa diventare un tuttocampista, un box to box midfielder, come dicono gli inglesi. Birkir Bjarnason esplode, aggiungendo al suo repertorio doti tecniche niente male e un colpo di testa sontuoso, fattori che gli consentiranno di segnare ben 12 gol in una quarantina di gare.
A fine stagione molti club importanti, sia in Italia che all’estero mettono gli occhi su di lui, ma a spuntarla è il Basilea con cui quest’anno il vichingo sta stravincendo il campionato svizzero e con il quale è già approdato ai sedicesimi di Europa League, da primo nel girone. Fino ad ora i gol ufficiali sono 6 in 26 partite, niente male per uno che si pensava solo in grado di fare legna.
Sei, come le reti segnate con la miracolosa Islanda che ha escluso la favoritissima Olanda dal prossimo Euro 2016 dominando il suo girone e si presenterà in Francia come una delle peggiori outsider da incontrare (è inserita nel girone F con Portogallo, Austria e Ungheria, ndr). Insomma una grande rivincita per Birkir Bjarnason. Un ragazzo che ha saputo rimettersi in gioco di volta in volta, che alla forza del vichingo ha saputo aggiungere talento e senso del gol, uno che possiede le grandi virtù. Uno – insomma – che… Testa, Cuore e Gambe.