La recensione delle adidas Predator Mutator 20

La recensione delle adidas Predator Mutator 20

Erano le scarpe più attese di questo inizio anno e alla fine sono arrivate. Da metà gennaio abbiamo potuto iniziare ad ammirare le adidas Predator Mutator 2020 in campo ai piedi dei testimonial delle three stripes. In questo periodo complicato per tutti abbiamo avuto solo due settimane per metterle alla prova in campo, prima di dover rimanere a casa.

Ecco dunque, la nostra recensione adidas Predator Mutator 20. Le nuove Predator sono in vendita in tre versioni: Predator Mutator 20+ (senza lacci con collarino), 20.1 (con lacci e collarino) e 20.1 low (la versione bassa).

Noi abbiamo avuto la possibilità di testare la versione laceless: ecco le nostre impressioni.

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Recensione adidas Predator Mutator 20 | Estetica

La grande novità che balza subito all’occhio è dettata dai gommini rossi (oltre 400) presenti sulla nuova tomaia, che rendono la parte anteriore come avvolta da una “fiamma” rossa che avvolge il collo del piede.

L’assenza di lacci e il taglio molto alto del collarino rendono ancora più particolare questa scarpetta. Rispetto ai primi modelli Predator, le tre strisce bianche del marchio Adidas sono poste qualche centimetro più avanti offrendo un’idea di aggressività maggiore.

I colori sono quelli storici Predator mentre suola e tallone presentano riflessi iridescenti: un tocco magico che i puristi magari non apprezzeranno, ma che potrebbe conquistare giovani e i  Nerds “malati di dettagli”.

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Recensione adidas Predator Mutator 20 | Perché sì

Uno degli aspetti che ci ha conquistato maggiormente è la tecnologia Demonskin applicata alla tomaia.

L’impatto dei gommini sul gioco si può percepire già dopo i primi tocchi. Abbiamo notato un grip mai sentito prima!

Maggior sensibilità durante il controllo del pallone anche lanciati in corsa. I “pallini” rossi sulla tomaia aiutano in maniera esponenziale anche lo stop, l’aggancio del pallone: questo “effetto colla” ci ha conquistato.

Il ruolo di queste appendici è stato anche facilitato anche dalla diminuzione dello spessore della tomaia, che ci è sembrata molto più sottile, morbida e flessibile rispetto alle precedenti versioni.

Anche l’assenza di lacci sul collo del piede permette di colpire il pallone “pieno”. Il contatto tra piede e pallone è totale e senza interferenze. I benefici si notano soprattutto quando la necessità è quella di alzare il pallone con un cambio di gioco.

La tomaia elastica, vista anche l’assenza di lacci, avvolge perfettamente la parte superiore del piede, dando continuamente una sensazione di comfort in quell’area. Ancora: rispetto ad altri modelli sul mercato, il collarino è più alto e anche più aderente attorno alla caviglia.

Una notevole miglioria rispetto alla versione precedente l’abbiamo riscontrata nell’area del tallone: il punto debole delle Predator 18 e 19. Il piede non soffre più la presenza del collarino e resta ben saldo e protetto in una delle zone più soggette a botte e urti.

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Recensione adidas Predator Mutator 20 | Perché no

Quello che è l’effetto migliore di questo nuovo modello, il comfort sul collo del piede, è però involontariamente causa anche di uno dei dubbi maggiori che abbiamo su queste Predator Mutator 20: la suola.

Per far fronte all’assenza di lacci e all’elasticità della tomaia, la suola è piuttosto rigida e sopratutto ai primi utilizzi può anche provocare fastidi alla pianta del piede e al ginocchio.

I tacchetti ibridi poi offrono una notevole elasticità, ma esaltano il dinamismo solo in campi morbidi. Nel caso di manto sintetico consiglieremmo la suola FG solo su terreni di ultima generazione, con erba dunque piuttosto alta.

Al contrario, su un terreno duro o basso, possono risultare complicate da adattare al proprio piede. In quel caso la soluzione migliore è sempre la versione AG (ancora non lanciata), che siamo davvero curiosi di provare nella versione Low.

Un consiglio per usare e apprezzare al meglio le scarpe senza lacci è utilizzarle con calze Grip che riducano al minimo quello scivolamento all’interno della calzatura che alcuni tester con pianta stretta hanno riscontrato anche con le Predator 20.


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Recensione adidas Predator Mutator 20 | Conclusioni

Per concludere, le adidas Predator Mutator 20+  sono la migliore espressione del concept Predator degli ultimi anni. Una scarpa dal look aggressivo che punta tutto su comodità e controllo. La tecnologia laceless abbinata alla tomaia Demoskin ha dato vita a un prodotto perfetto per chi deve tenere le redini del gioco e gestire tanti palloni.

È una scarpa più adatta a chi ha una pianta medio-stretta in quanto aderisce tante (e bene) al piede. In attesa della versione 20.1 AG vi consigliamo di provare questa scarpa su terreni tradizionali, morbidi. Sono meno adatte a terreni sintetici duri.

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