Le Coq Sportif svela le maglie dell’AS Velasca 2021/22

Le Coq Sportif svela le maglie dell’AS Velasca 2021/22

Dopo la lunghissima pausa pandemica e la recente news del rinnovo contrattuale con Le coq sportif, ecco finalmente le maglie AS Velasca 2021-2022, firmate per il quinto anno dal brand francese e destinate ad accompagnare artisticamente le avventure della squadra milanese sui migliori campi della città e dei dintorni.

Maglie AS Velasca 2021-2022: l’erba del Madagascar

Come da consuetudine a firmare le divise del Velasca è un nuovo artista in ogni stagione. Quest’anno tocca a Joël Andrianomearisoa, dopo aver salutato a metà settembre le divise di Kendell Geers con un rocambolesco 1-1 casalingo raggiunto al 94′.

Le nuove maglie AS Velasca 2021-2022

Le due divise (più quelle dei portieri) sono molto lineari nel loro design e fanno proprio di questa semplicità la loro forza. La maglia home è naturalmente rossa, a girocollo, con un’intricata grafica nera sulla parte bassa, raffigurante dei fili d’erba, da cui il nome del progetto: Les Herbes Folles.

La "firma" di Joël Andrianomearisoa sulle maglia AS Velasca 2021-2022

La divisa da trasferta è bianca, con lo stesso disegno nero sulle spalle e sulla schiena. Le due maglie da portiere sono azzurra e grigia, ma i fili d’erba neri sono qui disegnati in senso quasi orizzontale.

Maglie AS Velasca 2021-2022, la numerazione

La particolarità che più colpisce a un primo sguardo è la realizzazione in stile hand made dei numeri e dello stesso stemma sociale, sempre firmata da Andrianomearisoa.

Per l’artista nativo del Madagascar, quello nel mondo del calcio è un esordio assoluto, un progetto totalmente fuori dagli schemi: “Per me è la prima volta – racconta – normalmente disegno sulla carta o sui muri. È un’esperienza magnifica e sono molto orgoglioso e felice di stare con e lavorare con il Velasca. Le magliette vengono dal mio cuore e spero che il Velasca raggiungerà la vittoria con il proprio cuore, il proprio spirito e le proprie emozioni”.

Come bambini sulle giostre

E se l’esordio arriverà già dal prossimo turno di campionato, l’evento di lancio è stato una full immersion nell’atmosfera e nei valori della squadra del presidente Wolfgang Natlacen. Non uno store in centro o un club alla moda, non una gita sui Navigli come nel 2020, ma un giro sulle giostre, a poca distanza dal campo di casa dell’AS Velasca

Un ritorno alla spensieratezza e alla gioia dell’essere bambini, la stessa gioia che i calciatori mettono (o dovrebbero mettere!) in campo ogni domenica, correndo dietro al pallone abbracciando i valori più puri di questo sport.

Per i collezionisti, le maglie del Velasca sono in vendita sul sito della squadra, al prezzo più che interessante di € 44 l’una.

Chi è Joël Andrianomearisoa

Joël Andrianomearisoa, nato nel 1977 ad Antananarivo, in Madagascar, vive e lavora tra Parigi e la sua città natale. Assieme ad altri pionieri dell’arte contemporanea malgascia, contribuisce attivamente allo sviluppo culturale del suo Paese ed è il direttore artistico del centro d’arte Hakanto Contemporary ad Antananarivo.

I suoi lavori sono esposti in diverse e prestigiose istituzioni internazionali, come il Maxxi di Roma, la Hamburger Bahnhof di Berlino, lo Smithsonian di Washington, il Centro Pompidou di Parigi, la Kunsthalle a Praga e la Fondation Zinsou di Cotonou. Nel 2016 ha ricevuto il premio Arco Madrid
Audermars Piguet.

Come va il progetto AS Velasca?

Dopo sei anni di vita e dopo 20 mesi perlomeno travagliati, è però doveroso discutere l’avanzamento del progetto Velasca. Abbiamo approfittato per fare due chiacchiere con il presidente Natlacen.

Allora, Wolfgang, come è andato questo periodo segnato dalla pandemia?

Sopravvivere a questi due anni è stato molto difficile. Lo è stato per una realtà così, piccola, ma vediamo che è stato altrettanto anche per le realtà grosse.

Grazie a Le coq sportif e alle vendite siamo riusciti a sopravvivere… sempre in crescendo. Per esempio, la vendita delle maglie: questa è stata davvero un crescendo, nonostante non andassimo in campo. Non oso immaginare come avrebbe potuto essere se avessimo giocato.

E diro di più, le nuove maglie di Joel sembrano già avviate a battere tutti i i record. Forse c’è euforia post-Covid, quella voglia di normalità che in Occidente significa anche consumismo. 

Avete mai avuto paura di non farcela a tornare?

Ogni settimana e ogni mese abbiamo avuto paura. La visione che abbiamo noi di AS Velasca è a lungo termine, per cui dobbiamo sempre combattere. Anche adesso, ad esempio: da fine ottobre la Figc sta spostando le giornate di interi gironi, perché mancano gli arbitri, le difficoltà non finiscono mai. Ma la nostra forza è trasformare i momenti negativi in momenti positivi, in piccole parti della nostra narrazione. 

E così abbiamo fatto durante la pandemia, abbiamo preso tutte le cose trasformandole in spunti, in elementi narrativi. 

La grande curiosità che credo abbia chi ci segue è: come si lavora su un progetto calcistico che è alla base della piramide del calcio “vero”?

I grandi club hanno più seguito, ma tutti i club nascono piccoli, proprio come noi. La differenza è che i grandi club vivono di risultati, o vincono o perdono, e non c’è molto attorno. Vinci, festeggi e si riparte, nulla resta troppo a lungo. Vale per l’Inter, per la Juventus, ma anche in casi più estremi come quello del Leicester. Lo vedi anche per le maglie e l’abbigliamento da calcio, dura tutto il tempo di un like, di uno share: oggi ci sembra tutto figo e domani non ce lo ricordiamo più. 

Per il Velasca le vittorie sono magari più rare, ma appartengono a una narrazione di lungo periodo, sono solo una parte del tutto.

E quindi, ora come prosegue il Velasca?

Non lo so. Ma il bello è immaginare cosa potrà succedere, cosa potrà accadere domani: riuscirà il Velasca a crescere ancora, a farsi conoscere di più, ad andare fuori dai confini. È come un libro, sono diversi capitoli: mentre lo scriviamo cerchiamo di raccontarci e conoscerci noi stessi per primi.

I tifosi, poco a poco, si interessano di più ai nostri giocatori, al loro lato umano. Per questo io dico sempre, meglio una maglia di Fornari che di Ronaldo! 

Da questo punto di vista, la parte vincente della scommessa di Le coq sportif è prendere una squadra che – partendo dalla Terza categoria – può solo crescere, se ci pensate. È stimolante e interessante pensare di poter essere invidiati per questa “fortuna” da squadre ben più quotate e di altre categorie.