“Diego es mi portero”. Potrebbe essere l’hashtag dei tifosi del ...
A Moaña, in casa di Iago Aspas, il calcio è sempre stato un elemento importante, il pallone il miglior amico dei bambini. Il più grande, Jonathan, è riuscito anche a esordire con una delle più prestigiose maglie galiziane, quella del Celta Vigo. Di lì poi, un continuo girovagare passando e ritornando anche in Italia, al Piacenza prima e al Pro Piacenza adesso. Ma è il più giovane di casa quello baciato dal talento di madre natura. È Iago il fratello buono. Piccolino, molto magro, ma proprio per questo dotato di una grande agilità in campo. Iago – classe 1987 – è rapido, rapidissimo, possiede un gran dribbling ed un ottimo tiro. È un mancino naturale e la palla è sua amica, si vede.
Lo intravedono anche quelli del Celta, come per suo fratello. Se lo portano al Balaídos e gli stampano sul petto la Croce di Santiago che gli rimarrà addosso indelebile. Va nella squadra B dove acquisisce subito un ruolo importante e comincia a mostrare le sue doti. Nel frattempo arrivano anche, nel 2008, le prime convocazioni ed i primi gol con i “grandi”. Il percorso nelle giovanili termina inevitabilmente con la promozione stabile in prima squadra. Iago, pur giovane, mostra un talento cristallino e diventa subito titolare. Alla prima stagione completa in Liga Adelante (2009/10) 36 presenze e 5 gol: non male per un debuttante. Si nota abbastanza facilmente che il ragazzo meriterebbe altri palcoscenici. Ma il Celta non è ancora attrezzato per la promozione. Da qualche tempo squadra e società sono in crisi e i fasti degli anni Novanta sono un lontano ricordo. Fino alla stagione 2011/12 quando la squadra gallega riesce finalmente a tornare nella massima serie. Il trascinatore? Iago Aspas, naturalmente. Che si carica la squadra sulle spalle, ormai maturo, segna 25 reti fra campionato e coppa, vince il premio Zarra e viene incoronato miglior attaccante della Liga Adelante. La stagione successiva dovrà essere quella della consacrazione. E così è. Il posto da titolare e i 12 gol in Liga gli valgono la chiamata nientemeno che del Liverpool.
Dalle parti di Iago di solito i viaggi terminano a Santiago de Compostela, a due passi da Vigo. Iago Aspas, invece, da lì è costretto a partire. Vuole realizzare il suo sogno ma in Inghilterra qualcosa va storto. Il tecnico dei Reds, Brendan Rodgers, lo vede poco, o meglio non lo vede proprio. Le presenze sono poche, i gol solo uno. Non riesce nemmeno ad imparare l’inglese. Non gli entra in testa. Il calcio di oltremanica non fa per lui, e nonostante si trovi in uno dei più gloriosi club del mondo nemmeno la Kop riesce a scaldarlo. Il cammino allora riprende, si torna nella penisola iberica.
Lo prende il Siviglia, voglioso di concedergli un palcoscenico europeo degno della sua classe. I Rojiblancos hanno ancora negli occhi le magie del passato e fiutano l’affare, ma anche in questo caso il rapporto non funziona. L’unico palcoscenico dove Iago Aspas trova spazio è la Copa del Rey 2014/15 dove vince il titolo di capocannoniere con 7 reti. Per la verità in quella stagione vincerà anche l’Europa League, ma senza essere protagonista. Non viene riscattato, dovrebbe tornare a Liverpool. Accade però qualcosa di inaspettato.
Si fa avanti il Celta Vigo che il 12 giugno 2015 lo riporta a casa. E così ricomincia una storia fatta di grandi colpi e meraviglie calcistiche. Come quelle del 23 settembre 2015, quando realizza due gol nella sfida contro il Barcellona vinta 4-1, entrambi su contropiede. Il primo al 30′ superando Marc-André ter Stegen con un pallonetto e il secondo al 58′, nuovamente su assist di Nolito che lo lancia verso la difesa avversaria. Iago Aspas supera Dani Alves con un sombrero, s’invola verso la porta difesa da ter Stegen e lo batte per la seconda volta per il momentaneo 3-0 sui campioni d’Europa. Vigo ha di nuovo il suo Messia, tornato per completare il suo cammino. Un profeta fedele solo alla Croce di Santiago. Sono due stagioni fantastiche (una ancora da terminare) durante la quale Iago è secondo solo agli alieni di Barça e Real. Punta di nuovo alle 20 segnature. Grazie a lui Los Celestes rivivono bei momenti e provano ad arrivare in fondo all’Europa League, sulla scia di quell’Euro Celta scintillante a fine anni ‘90, fino a essere proclamato nei primi Duemila “la squadra che gioca il miglior calcio d’Europa”. Arriva la convocazione in nazionale e da Parigi arrivano voci strane, il PSG pare pronto a coprirlo di milioni pur di averlo. Ma lui chiude tutte le porte, è diventato il Rey de Vigo, simbolo del celtismo. Non se ne andrà.
Quello di Iago Aspas è stato un lungo cammino, ma alla fine il cerchio si è chiuso dove tutto era cominciato. In Galizia, a Vigo, una terra rude, schietta, penetrante come i fiordi che compongono le sue coste. Da Moaña a Vigo, da Vigo alla sponda rossa Merseyside fino a Siviglia, comunque troppo lontana da casa. Ora di nuovo in terra celtica con la maglia celeste. È tornato Iago Aspas, #Testa da genio del pallone, #Cuore nostalgico e #Gambe dal talento sopraffino.
Per i suoi colpi di classe e i suoi numeri (fin qui 23 reti e5 assist nel 2016/17) Iago Aspas utilizza Nike Magista Obra 2