Il trionfo del Leicester City in Premier League sembra scritto apposta per un action movie hollywoodiano. Abbiamo deciso ipotizzare il nostro cast.
di @FFiumi
Tutto comincia in un pomeriggio, probabilmente piovoso. Da quelle parti sono convinti di due cose: portarsi un ombrello, perché prima o poi servirà e, soprattutto, che il sacro sport sia their own business, in particolare per quelli vestiti totalmente di bianco. Un copyright secolare, loro e solo loro. Per i più suscettibili chiariamo che non si sta parlando di religione e sacerdoti (anche qui, punti di vista…). È il 1872, a Hamilton Crescent, parte ovest di Glasgow, su quello che di solito è un campo da cricket si gioca la prima partita di sempre tra Scozia e Inghilterra. Si racconta che i padroni di casa abbiano ricevuto le maglie in regalo dalla squadra di rugby della zona: sono blu, come la loro bandiera, e blu rimarranno per sempre.
Finirà 0-0, ma dopo quasi un secolo e mezzo quella partita si gioca ancora. In 134 anni l’Inghilterra ha trionfato 46 volte, non troppe più di quanto ci si potrebbe aspettare guardando alle statistiche scozzesi, dove le vittorie sono 41. Un dato non irrilevante, che mette l’accento su una delle teorie più diffuse tra gli appassionati del football, inconcepibile per qualsiasi legge statistico-economica legata al calcio: non c’è ranking FIFA o classifica che tenga, un derby è sempre un derby.
Non si spiegherebbe altrimenti quello che succede quando la Scozia incontra l’Auld Enemy, quando la Tartan Army intona ‘Flower of Scotland’, trascinando con sé un popolo intero contro il nemico di sempre. Alcune vittorie scozzesi sono epiche, come quel 2-3 del ’67 a Wembley contro i campioni del mondo in carica, che non hanno ancora perso una partita: ci vuole un miracolo, e allora il primo gol lo sigla Denis Law, quello della Santa Trinità di Manchester (anche qui, si perdonino eventuali eresie).
Altre vittorie invece sono piuttosto amare, come lo 0-1, ancora a Wembley, che non basta a ribaltare il risultato del playoff d’andata, perché a Euro 2000 ci va l’Inghilterra. L’ultima volta la nazionale dei tre leoni si impone per 3-2, nell’agosto del 2013, con il contratto che prevede un rematch entro l’anno successivo.
Scozia-Inghilterra si rigioca dunque questa sera al Celtic Park, con un dispiegamento da record di forze dell’ordine. Nel frattempo, infatti, lo scorso 18 settembre il popolo scozzese ha avuto l’occasione della vita: un referendum per l’indipendenza. Questa volta, però, le questioni economiche hanno avuto la meglio: vince il partito dei No, ma si sa che è difficile impedire a sport e politica di intrecciarsi. Quindi meglio prevenire e schierare tutta la polizia possibile, perché eventuali scontri tra tifosi non sarebbero certo la novità del giorno, soprattutto se si mischia qualche ale di troppo a una rivalità secolare.
L’Inghilterra, l’eterna incompiuta, sempre protagonista nella qualificazioni ma mai capace di ripetere il trionfo di quasi cinquant’anni fa a livello mondiale, contro la Scozia, ad oggi più tosta che mai e in corsa per la qualificazione agli Europei di Francia. Solo un’amichevole? Siamo certi che il pensiero di molti andrà a tanti eventi, racconti, fino a quella prima partita giocata a Hamilton Crescent, quando il calcio in fondo era un’altra cosa. Il calcio, non Scozia-Inghilterra.