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Terza versione dello scarpino che ha “eliminato” evoSPEED e evoTOUCH poco più di un anno fa, la Puma ONE 1 è sbarcata sul pianeta calcio prima di Russia 2018 con un discreto carico di attese. In un mondo così spietato come quello degli scarpini da calcio sarebbero bastate queste nuove modifiche per imporsi?
Il mondiale vinto da Giroud e i gol di Lukaku (bel colpo!) e Aguero hanno dato una prima risposta agli appassionati. Una più approfondita – invece – proviamo a darla noi, portando in campo il nuovo modello per la nostra recensione Puma ONE 1.
Recensione Puma ONE 1: perché sì
La natura “ibrida” di uno scarpino che cerca di coniugare tocco, comfort e velocità sul campo ci aveva affascinato sin dall’esordio. L’idea – come dire – era buona, ma necessitava di limare i difetti di giovinezza. Una missione riuscita grazie alle modifiche previste da Puma.
Promossa l’accoppiata della tomaia k leather-sintetico, morbida quanto serve a contatto con il pallone e complessivamente leggera attorno al piede. Una questione di comfort che non fa che migliorare anche la prestazione in sé.
Il calzino in evoKNIT è la solita certezza: accoglie il piede, è ben sagomato, non comprime eccessivamente. La Puma ONE, da questo punto di vista, si conferma una delle migliori scarpe “a collo alto” sul mercato.
Di ottimo livello anche le modfiche alla suola. La conformazione dei tacchetti (più “classica”, alternando lamellari e conici) offre stabilità ma anche buona risposta a sollecitazioni come cambi di direzione e scatti. In più, grazie al controtallone esterno, sono scomparsi quei piccoli fastidi sulla parte posteriore del piede che erano stati fra le note dolenti della vecchia ONE.
Infine, menzione d’onore per la valorizzazione della tecnologia 3D sotto lo strato di pelle, che ripropone in maniera aggiornata quanto avevamo visto (e apprezzato) sulle evoPOWER Vigor.
I “pallini” sotto lo strato di pelle migliorano la sensazione di controllo della palla e garantiscono un bel feeling anche per le situazioni in cui si deve calciare. Lanci e tiri in porta sono assolutamente un piacere da eseguire. Anche qui, i passi avanti fatti in meno di un anno sono notevoli. Brava Puma!
Recensione Puma ONE 1: perché no
Naturalmente, in queste settimane abbiamo cercato – come sempre – di allenare anche il nostro “occhio critico”, per trovare pecche e difetti da segnalare. A livello concettuale, la natura ibrida della Puma ONE 1 potrebbe non piacere a chi ha bisogno – invece – di una scelta di campo. Controllo o velocità? Molti calciatori (così come anche molti di noi Nerds) non sono per le mezze misure e preferiscono prendere una strada netta.
Secondo noi, chi ama le scarpe “speed”, quella rigidità strutturale che permette scatti brucianti, quella leggerezza estrema, potrebbe non essere entusiasta della ONE e rivolgersi altrove.
Non ci ha convinto troppo, invece, l’aggiunta di allacciature alternative legata alla tecnologia FuseFit, le “asole” per i lacci che sono comparse sui lati del calzino. La ONE 1 è estremamente stabile anche con l’allacciatura tradizionale e a prima vista l’impatto di questa novità non è così netto.
Infine, una notazione sul look. L’accoppiata grigio violaceo/verde acqua dell’Illuminate pack, forse, non era proprio per tutti. Con la seconda versione (quella Uprising Pack) la situazione è decisamente migliorata: argento, nero e arancio conferiscono un aspetto aggressivo alla ONE, in linea con le nuove prestazioni.
Lo attendiamo su una base nera, ad esempio, con la quale sarà in grado di spezzare più di qualche cuore.