Nike Tiempo Legend V, il nostro test

Nike Tiempo Legend V, il nostro test

footbAll Nerds per GQ Italia

Il fatto stesso che la Nike abbia inserito il sostantivo “Legend” nel nome di questa scarpa la dice lunga sulla considerazione di cui le Nike Tiempo Legend V godono nel mondo del calcio. Anche se il piede sull’acceleratore dell’innovazione alla Nike Football è sempre ben premuto, la Tiempo resta l’ammiraglia, un punto di riferimento così come accade sin dalla celebre finale di USA ’94 fra Italia e Brasile, quando le primissime Tiempo furono portate in campo da fuoriclasse come Maldini e Romario.

Pur adeguandosi al passare degli anni e accettando di buon grado le migliorie tecniche, l’idea che sta dietro questa scarpa è sempre la stessa: il tocco di palla prima di tutto. Non è affatto un caso che siano le calzature scelte da giocatori come Andrea Pirlo o Francesco Totti che spesso, anche negli anni in cui non era testimonial di alcuna azienda, è stato sorpreso in campo con delle Tiempo nere “camuffate”, senza loghi visibili.

Il primo impatto.
Già nei primi contatti con le Tiempo Legend V si colgono immediatamente analogie e differenze con le precedenti edizioni della scarpa. La tomaia presenta la stessa cucitura trapuntata introdotta con le Legend IV ma la forma è affusolata e si percepisce anche alla prima calzata una maggiore aderenza al piede. Il consiglio generale è di non prestare troppa attenzione alla prima sensazione: dopo qualche partita (o sessione di allenamento) la morbido pelle di canguro della tomaia cede alle vostre forme in maniera naturale, restituendo quella sensazione di comodità da sempre propria di questa “famiglia”. A nostro parere è da bocciare l’idea di concedersi mezzo numero in più, alla lunga vi ritrovereste con una scarpa troppo grande e, dunque, un comfort minore. A quel punto (e vale soprattutto per chi ha una pianta particolarmente larga) meglio orientarsi direttamente su un altro modello: la gamma Nike è ampia e potreste trovare soddisfazione, ad esempio, nelle Premier o nelle nuove Magista Opus.

Al top del comfort.
E proprio la confortevolezza si conferma una delle doti principali delle Tiempo in tutte le condizioni di gioco. Detto della morbidezza della tomaia, ci piace sottolineare anche l’efficacia delle parti rinforzate sul tallone e ai lati, appena sotto il malleolo della caviglia: assicurano stabilità e proteggono anche in caso di contatti di gioco un po’ rudi. L’uso delle tecnologie Hypershield e ACC fa sì che la scarpa sia anche ben schermata. In caso di pioggia (particolare non irrilevante, ora che andiamo verso l’autunno) la pelle non assorbe troppa acqua: utile perché continua a consentire un buon contatto con il pallone e non accresce eccessivamente il peso. Nella parte interna della scarpa, sui lati, si trova una struttura a nido d’ape che aiuta la scarpa a seguire tutti i movimenti del piede ma è, probabilmente, co-responsabile (assieme alla doppia cucitura che circonda tutto l’avampiede) di quella sensazione di scarpa “più stretta” di cui abbiamo scritto.La suola è nuova e più flessibile, per migliorare stabilità e trazione; caratteristiche che abbiamo riscontrato anche nella versione AG per terreni sintetici, più adatta alla maggior parte dei campi presenti oggi nelle città italiane.

Con il pallone fra i piedi.
Raggiunto un comfort praticamente perfetto, è il momento di parlare delle Tiempo a contatto con la palla. Come per tutte le edizioni precedenti, anche qui il feeling è altissimo; il fatto che con il passare del tempo sia Nike che le principali concorrenti abbiano messo in produzione modelli superlight e supersottili non ha sminuito quella che era la caratteristica principale delle Tiempo. Il pallone è sempre ben vicino al piede: stop, controlli, lanci e tiri sono quelli di sempre. Potremmo quasi dire che si tratta di una scarpa universale, nel senso che si adatta molto bene a diverse situazioni di gioco. Inizialmente pensata per i playmaker di centrocampo (prima che nascessero CTR360 Magista) si adatta in maniera eccellente anche a difensori di stazza (si pensi a Ivanovic del Chelsea o al neo-interista Vidic), terzini (Evra) o attaccanti come lo stesso Totti (tornato a Nike proprio con il lancio delle Tiempo Legend V a fine 2013) o Carlitos Tevez.

Occhio ai dettagli.
Fra i particolari degni di nota il rinforzo presente sull’avampiede della versione AG , che limita le abrasioni “da sintetico” e il fastidioso fenomeno dei gommini infilati fra suola e tomaia, che fatalmente accorciava la vita della scarpa. Esteticamente abbiamo apprezzato sia le versioni bicolori uscite prima del mondiale che quella giallo fluo vista a Brasile 2014; siamo affascinati dalla versione completamente nera dello Stealth Pack, ma la versione Neo-turquoise/HyperCrimson lanciata a settembre (quella delle foto) ci manda letteralmente fuori di testa.

[Tester: Fab.]



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