Design moderno con materiali classici. Ovvero mixare la tecnologia più avanzata e la tradizione delle scarpe da calcio: il test della Puma evoTOUCH P...
Tutti amano le Mizuno. Le generazioni di Nerds cresciuti a “pane e Morelia” aumentano, anno dopo anno grazie alla straordinaria cura che il brand giapponese mette in tutte le sue creazioni. Compresa questa Rebula V1, novità di fine 2017 che – nello scacchiere del marchio – va a sostituire le Ignitus Wave.
Allora eccoci in campo a metterle alla prova: godiamoci la recensione delle Mizuno Rebula.
Recensione Mizuno Rebula | Estetica
Dal punto di vista estetico, il giudizio è buono. Lo stile delle Rebula è molto classico e la colorazione che abbiamo potuto testare è in linea con la forte identità del brand giapponese. Da sempre Mizuno predilige la tomaia nera in pelle che, come ci ha rivelato il creatore delle Mizuno Morelia, rende la scarpa più morbida.
A noi – comunque – è piaciuta parecchio anche la versione bianca e nera che ha seguito quella del test: classica e affascinante.
Recensione Mizuno Rebula | Perché sì
Il primo impatto con il piede è ottimo, la calzata combina comfort e stabilità del piede. In particolare si ha la sensazione di un perfetto sostegno dell’arco plantare dovuto alla nuova struttura CT Frame e inoltre la soletta “ruvida” impedisce eventuali scivolamenti del piede anche nei cambi di direzione più rapidi.
La tomaia è nella classica pelle di canguro e permette grande sensibilità di tocco nonostante la superficie di calcio non sia tra le più lineari del segmento controllo, e bastano pochi allenamenti per entrarci in confidenza.
Infine la suola, forse la cosa che ci ha sorpreso più in positivo di questa scarpa: a prima vista i tacchetti grandi e conici lasciavano più di qualche dubbio, ma fin dal primo allenamento ci siamo resi conto che la trazione è ottima sia in accelerazione che nei cambi di direzione, sia su terreni AG che FG, addirittura ci è capitato di usarle su un campo al limite del SG e la prova è stata ampiamente superata.
Recensione Mizuno Rebula | Perché no
Fino a qualche anno fa nessuno se ne sarebbe accorto, ma ormai che ci siamo abituati fin troppo bene alle nuove tomaie monopezzo, trovarsi la linguetta separata toglie qualche punto al giudizio generale sulla scarpa.
Discorso simile si può fare per la tomaia in pelle che, oltre ai pregi di cui abbiamo già parlato, certamente non aiuta a ridurre il peso complessivo che rispetto alle concorrenti del segmento controllo rimane leggermente superiore.
Infine, come già detto, la superficie di calcio non è così ampia e lineare come ci si aspetterebbe da uno scarpino che vorrebbe fare del controllo la sua caratteristica principale, ma se a noi sono bastati pochi allenamenti per farci l’abitudine non possiamo essere sicuri che sia così per tutti.
Recensione Mizuno Rebula | Conclusioni
Le Mizuno Rebula sono scarpe molto versatili, di controllo ma capaci di sostenere anche cambi di direzione rapidi e accelerazioni improvvise, e in effetti i due principali testimonial, Maya Yoshida (Southampton) e Keisuke Honda (Pachuca), sono rispettivamente un difensore centrale adattabile a terzino con un passato da centrocampista, e una mezzapunta o trequartista che ama partire dall’esterno per accentrarsi e creare gioco o concludere in prima persona.
Il giudizio generale è più che positivo e non vi resta che provarle di persona per capire se si adattano al vostro stile, ma siamo sicuri che sarà proprio così.
Una notazione che ci sentiamo di fare, è quella legata al prezzo e alle scelte che hanno guidato Mizuno nella realizzazione. La Rebula V1 costa intorno ai 200 euro, la versione Made in Japan quasi 300. Prezzi sostanzialmente in linea con la gamma Morelia per un prodotto (a differenza di quanto avveniva con le Ignitus Wave, con tomaia sintetica) fin troppo simile alla matriarca del brand.
Siamo sicuri non fosse possibile un mix migliore di caratteristiche e fasce di prezzo?