La recensione delle Adidas Predator 18+

La recensione delle Adidas Predator 18+

Ci siamo, dunque. Finalmente è arrivato il momento – molto atteso – di dire la nostra su quella che era una delle scarpe da calcio più attese della stagione 2017/18: oggi vi proponiamo la recensione adidas Predator 18.

Lo scarpino segna il ritorno di un nome davvero storico nel mondo del calcio, che ha vissuto due decenni di assoluta gloria prima dello stop del 2015.  Nel frattempo, le cose in giro sono molto cambiate. Adidas e Nike (e in misura diversa anche Puma) hanno spinto forte sull’acceleratore dell’innovazione, proponendo ogni anno nuove idee, nuovi design, nuove tecnologie.

Per questo motivo la Predator 18 non può essere una Predator classica. Stonerebbe, in un mercato moderno e veloce; sarebbe come portare al salone dell’auto 2019 una Nissan Micra del ’92 solo per lo straordinario successo commerciale che ebbe anni fa. Risulterebbe tragicamente superata.  E lo stesso accadrebbe per le adidas Predator. Che hanno una storia gloriosa alle spalle, ma devono anche tenere conto del presente.

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Recensione Adidas Predator 18: perché sì!

Per il nome, ma non solo. Portare in campo le Predator 18+ per la recensione significa anche vedere dove ha portato l’asticella la casa tedesca. E il nuovo collarino e la nuova struttura Laceless delle Predator ci sembrano un bel passo avanti rispetto alle Ace 17+. La linea è più filante, la calzata più comoda, la stabilità è aumentata.

Dipende sempre – chiaramente – dalla conformazione del vostro piede, trovarsi bene o meno con questa scarpa così particolare. Ma il nuovo disegno del collare SockFit dovrebbe aver migliorato le cose rispetto al passato.

In più, a differenza delle due generazioni Laceless delle Ace, la calzata è ancora più comoda e immediata. Intendiamoci, la scarpa richiede sempre un paio di “sedute” di adattamento al piede, ma sembra che a Herzogenaurach siano riusciti a replicare in qualche misura la favolosa “prima calzata” delle Nemeziz 17.

In poche parole, anche la prima volte che le mettete, le Predator non risultano un oggetto totalmente alieno al vostro corpo. Il comfort si intuisce immediatamente, merito del nuovo design e della cura nei particolare invisibili all’occhio, come le parti imbottite e rinforzate all’interno. Promosso anche il nuovo disegno della parte posteriore, zona storicamente sensibile per molti calciatori e Nerds.

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Ma una volta in campo, cosa possiamo fare di tutto questo comfort e di questa calzata “moderna”? L’imprinting della Predator 18 è quello della scarpa di controllo totale, confermato anche dalla nuova tomaia Controlskin che – quella sì – richiama alla mente le Predator di un tempo.

Tirando le somme della nostra recensione, si tratta – secondo noi – di un scarpa consistente, non leggerissima, adatta a chi in allenamento e partita tocca un’infinità di palloni. Sufficientemente protettiva, mette la sua rinnovata tomaia al servizio dei passatori e dei rifinitori, permettendo un gioco molto preciso (piedi permettendo!) sia sul breve che sul lungo, grazie anche all’inclusione di moderni cuscinetti” sull’interno piede.

Una soluzione non nuovissima nel mondo delle scarpe da calcio, ma interpretata in maniera moderna e perfettamente integrata nella tomaia monopezzo.

Non dev’essere disdegnata nemmeno da chi si muove qualche metro più indietro, nel cuore della difesa, dove ormai raramente ci si limita a spazzare lontano la palla in attesa di tempi migliori.

In più, seguendo una tendenza comune a tutti i brand, si è voluto mettere un certo accento sull’elemento-potenza. Il disegno della Controlskin, la scelta dei rilievi rispetto alla superficie liscia delle generazioni precedenti, “chiama” assolutamente il tiro da fuori area, la botta sotto la traversa, la conclusione che non lascia scampo.

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Recensione Adidas Predator 18: perché no!

Ci sono volte che è necessario impegnarsi per trovare dei lati negativi in delle scarpe progettate con così tanta attenzione.

Volendo cercare il pelo nell’uovo una delle questioni fondamentali potrebbe essere quella del peso. L’evoluzione ci ha abituato a scarpini sempre più leggeri, “facili” da portare in campo. Rispetto a questa tendenza globale, la Predator è – come scritto – una scarpa “sostanziosa”, come peso e forma. Non che la leggerezza dovesse essere un diktat, viste le intenzioni adidas, ma la ricerca di leggerezza potrebbe spingere alcuni di voi a rivolgersi altrove per trovare il prossimo scarpino (Nemeziz, tanto per fare un nome).

Inoltre la Predator 18+ è una scarpa che forse i “consumatori” di Ace 16 e Ace 17 faranno un po’ fatica a digerire. E il nodo è quello della superficie di calcio: con le due generazioni di Ace, adidas aveva offerto un feeling con il pallone semplicemente fantastico.

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Anche per piedi normalissimi (ed è un eufemismo…) era diventato facile provare lanci e conclusioni complicati, con grande soddisfazione. Una caratteristica che si è un po’ persa con queste nuove Predator Laceless e che ci ha fatto tornare – è il caso di dirlo – coi piedi per terra.

Difficile da assimilare anche la nuova suola Controlframe, per noi che eravamo amanti della cara vecchia (e semplice) Sprintframe delle Ace; anche se bisogna ammettere che, una volta in campo fa il suo.

In ultimo, attendiamo al varco adidas nei prossimi mesi. Già, perché al momento secondo noi alla gamma Predator 18 mancano dei pezzi. Senza voler esagerare, almeno una scarpa dal profilo basso e una con tomaia in pelle. Sono caratteristiche che vediamo sui campi di tutta Europa, ai piedi dei professionisti nelle loro versioni customizzate e che anche noi miseri mortali apprezzeremmo tantissimo.

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Recensione Adidas Predator 18

Recensione Adidas Predator 18: Conclusioni

Quel che pensiamo della questione “manonsonodelleverePredator” lo abbiamo sintetizzato in apertura e non ci sembra di doverci tornare su.

Pensiamo che Adidas abbia, ancora una volta fatto un grande lavoro di ricerca e miglioramento, introducendo degli elementi che possono davvero differenziare queste nuove Predator 18 dal resto delle scarpe in circolazione.

Comode, avvolgenti e sostanziose, sono scarpe adatte ai costruttori di gioco, pur pagando qualcosa in termini di peso rispetto alla concorrenza. Ottime per chi cerca una scarpa che sia anche protettiva, confortevole per piante anche larghe e – magari – vuole provare la rinnovata sensazione del gioco “senza lacci” made in Germany.



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