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Da un paio d’anni, ovvero da quando l’evoluzione degli scarpini da calcio ha premuto a fondo l’acceleratore, i brand hanno soprattutto un obiettivo che secondo noi rasenta quasi l’ossessione. Come fare – si scervellano – a sposare tutti gli ultimi ritrovati della tecnologia con il materiale più amato dai professionisti? Sì, è sempre la pelle, in una sorta di eterno ritorno al futuro al centro delle attenzioni dei marchi. In merito si contano innumerevoli tentativi, ma uno dei più riusciti è senz’altro la Puma evoTOUCH Pro.
PUMA evoTOUCH PRO TEST
La evoTOUCH è la prima Puma “a collo alto” ed è costruita con morbida pelle di canguro sulla tomaia senza cuciture (ne ha solo una nella parte posteriore), superficie perfettamente liscia che copre il calzino elastico in evoKNIT, altra discreta “rivoluzione” per il brand tedesco. Il tutto su una classica suola con tacchetti conici, impreziosita dall’inserto Speedtrack e con un peso di poco superiore ai 200 grammi (210).
Fin qui i dettagli tecnici. Noi però ci fidiamo (quasi) solo di noi stessi, e nei mesi scorsi abbiamo messo alla prova sul campo le Puma evoTOUCH Pro, in diverse condizioni atmosferiche, cercando di capirne bene pregi e difetti, punti di forza e talloni d’Achille (occhio, è un indizio).
PUMA evoTOUCH PRO RECENSIONE
La evoTOUCH è comoda e confortevole, con una calzata “immediata” se ci passate il termine. E chi di voi ha avuto primi timidi approcci con scarpe come Ace Purecontrol o Magista capirà bene di cosa stiamo parlando. Il calzare in evoKnit della Puma è molto poco invadente, ha un bel taglio (sotto il malleolo, come piace ai professionisti) ed è di un materiale che è non esercita una pressione eccessiva sul piede; inoltre il calzino copre grandissima parte del piede e questo rende la scarpa molto comoda da subito, anche mentre la pelle si sforma. La tomaia, d’altro canto, è vera pelle e offre quelle sensazioni di calzata che molti pensano riservate solo alle scarpe “retrò”.
Le note dolenti ahimè riguardano più che altro la suola, un po’ troppo rigida (più, ad esempio, di quella delle evoPOWER con cui è imparentata) che ci ha creato qualche piccolo fastidio nella zona del tallone, anche a causa del disegno scelto per l’intersezione fra pelle e controtallone. Peccato veniale, specie per una prima edizione, ma da correggere secondo noi per elevare ancora di più la qualità del prodotto. Per il resto la conformazione dei tacchetti – 11 conici e un lamellare in posizione centrale – fa egregiamente il suo dovere sia sull’erba che sul sintetico e – attanzione! – anche sul terreno bagnato.
PUMA evoTOUCH FG
Decisamente entusiasmante la fase di gioco palla al piede. La pelle di canguro fa rivivere le sensazioni cui eravamo abituati con scarpe più tradizionali. Sentirsi nel pieno controllo del pallone in ogni fase e, contemporaneamente, perfettamente protetti da contrasti e pestoni non è una cosa scontata di questi tempi, in cui volenti o nolenti spesso siamo costretti a lasciare una delle due caratteristiche per strada. Invece questa nuova Puma evoTOUCH garantisce entrambe le cose; in più, nella fase di calcio è piacere puro. Sarà per la superficie così liscia e sagomata, ma si ha l’impressione di avere una superficie di battuta pressoché infinita, grazie alla quale è possibile imprimere al pallone qualsiasi effetto desiderato. Ovviamente poi i nostri piedi scostumati ci riportano alla realtà, ma qualche soddisfazione nelle sessioni di test ce la siamo levata.
Sintetizzando, la evoTOUCH Pro si rivela moderna a sufficienza per attrarre i Nerds più accaniti, ma anche vicina alla tradizione che piace ai più nostalgici. Come consiglio pratico, ci sentiamo di consigliare (data la forma piuttosto comoda) nel valutare l’acquisto di vagliare l’ipotesi di sottrarre mezzo numero a quello che vestite usualmente: la evoTOUCH potrebbe sorprendervi. Per quanto riguarda il ruolo, è perfetta per i centrocampisti di sostanza, quelli che dosano con sapienza bastone e carota, che di palloni recuperati e ridistribuiti con intelligenza hanno fatto una religione di vita. Possibili fruitori alternativi: rifinitori, difensori dal piede educato, attaccanti che senza un minimo di sostanza attorno al piedone si sentono nudi.