Puma evoPOWER 1 Italia, il test del pallone della Nazionale

Puma evoPOWER 1 Italia, il test del pallone della Nazionale

Mentre l’Italia di Antonio Conte prosegue la sua marcia di avvicinamento a Euro 2016 fra gare ufficiali ed esperimenti tecnico-tattici, abbiamo messo i piedi sull’arma principale degli azzurri: il pallone Puma evoPOWER 1 Italia, utilizzato in allenamento e in tutte le gare ufficiali casalinghe. Lo abbiamo portato in campo fra allenamenti e partite per oltre un mese prima di stilare un report che potesse soddisfare le vostre (e nostre) curiosità.

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Caratteristiche tecniche. La palla in questione si chiama evoPOWER 1 Italia ed è caratterizzata da una struttura a 20 pannelli, con meno cuciture e riquadri più ampi per migliorare il tocco. Diverse le tecnologie utilizzate dalla casa tedesca nella sua realizzazione; la costruzione High Frequency Moulded è pensata per assicurare un eccellente mantenimento della forma sferica, un minore assorbimento dell’acqua per le gare su campi bagnati e una maggiore durata. La Stress Free Dimple invece ha l’obbiettivo di garantire una migliore aerodinamica durante il gioco e, in particolare, durante la fase aerea, grazie a anche alla valvola PAL e alla tecnologia BPT. Sotto il rivestimento, una schiuma a doppia densità assicura un tocco più morbido.

Prime impressioni. Fra tutti i palloni di ultima generazione testati, il Puma ci ha colpito per la sua normalità. Una dote non da poco in un’epoca in cui la spinta evolutiva verso la massima velocità e imprevedibilità spesso ha fatto sfuggire le cose di mano ai produttori. L’evoPOWER 1 Italia sembra, semplicemente, il nipote più giovane ed affascinante di un pallone di vent’anni fa. Ha la giusta “consistenza”, sia durante il gioco che a contatto con il piede e non sembra mai (a patto di gonfiarlo correttamente) né troppo leggero né troppo pesante. Dettaglio non da trascurare: è sobrio e gradevole anche dal punto di vista estetico e, a differenza di qualche predecessore, non dà problemi di visibilità.

Palla al piede. La sensazione durante l’uso è di grande comfort: non è un pallone che ci sorprenderà con comportamenti “inusuali”. Dato che appariva piuttosto regolare sia nel lancio che nel tiro, ci siamo soffermati con maggiore attenzione sui punti d’impatto con la palla. L’evoPOWER può essere colpito fondamentalmente in tre punti: ovvero sui due pannelli tondi(uno dal lato valvola, uno su quello opposto) e sulla parte laterale. Non c’è grande differenza, l’impatto col pallone è sempre abbastanza tradizionale. Però se si calcia per dare volutamente un tipo di effetto “alla Pirlo”, la reazione del pallone è diversa. Colpendolo sulla valvola sarà molto instabile in termini di traiettoria, un po’ meno dalla parte senza e – invece – decisamente stabile dalla parte laterale. È una differenza minima, che però dopo un po’ di controprove ci è parsa abbastanza evidente.

La parola alla difesa. Nessun problema di leggibilità delle traiettorie in fase difensiva, sia sui cross che sui lanci a lunga gittata. Anche dal punto di vista del portiere, la sfera Puma ricorda i classici palloni di un tempo. A differenza delle tendenze attuali, la casa tedesca propone un prodotto che non pare favorire gli attaccanti e rimette tutte le difficoltà alla bravura del calciatore. Non ci troviamo di fronte a cambi di traiettoria improvvisi ed effetti improbabili; le intenzioni del calciatore sono rispettate e la lettura delle conclusioni, dei traversoni e delle traiettorie risulta nettamente più agevole anche rispetto al recentissimo Adidas Brazuca, che pure aveva segnato notevoli passi in avanti su questo punto. E tutto sommato non siamo così sicuri che questo sia un male, in fondo quello che ogni estremo difensore chiede è uno scontro ad armi pari con gli attaccanti avversari. [Tester: Fab, CP8, Pobo, MdC]



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