La recensione delle Nike Mercurial Superfly 360 Elite

La recensione delle Nike Mercurial Superfly 360 Elite

Sono le scarpe da calcio che da sempre vestono i giocatori più letali del mondo. Ogni Nerd vorrebbe provarle almeno una volta e noi lo abbiamo fatto anche per chi ancora non le ha: le nuove Nike Mercurial Superfly 360 Elite incarnano la nuova generazione di uno dei modelli più celebri del brand.

Le abbiamo portate in campo per capire in che direzione si muovono Nike e – soprattutto – il celebre segmento delle scarpe di velocità. Ecco la nostra recensione!

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Nike Mercurial Superfly 360 Elite Recensione | Perché sì

 

Da tempo vi parlavamo di una sorta di sparizione – ma sarebbe forse meglio dire “letargo” – dei segmenti tradizionali (Control, Speed, Power, Comfort), negli ultimi anni accantonati dai vari brand in nome di scarpini che abbiamo definito ibridi o “polivalenti”.

Da questo punti di vista, la Mercurial Superfly 360 è un gran bel ritorno al passato, nel senso che ricorda le Mercurial di un tempo: suola molto rigida e calzata davvero slim. La tomaia è avvolgente come al solito, ancora più che nel modello precedente. La sensazione di leggerezza del Flyknit è assoluta sin dalla prima calzata e – relativamente al peso – siamo al top della categoria.

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Nike Mercurial Superfly 360 Elite Recensione | Perché sì 

 

Esteticamente la suola divisa in due parti colpisce subito l’occhio, ma se qui la lodiamo è per ragioni più concrete. La tacchettatura è davvero ottima. Abbiamo apprezzato tantissimo la diversa altezza dei tacchetti lamellari (nel senso che dietro sono più alti di quelli anteriori, rendendo la scarpa molto più aggressiva, dato che la punta è quasi “rasoterra” e i cambi di direzione in velocità sono decisamente più facili).

Inoltre pare proprio che Nike abbia azzeccato mossa, ascoltando le indicazioni dei suoi testimonial (primo fra tutti King Cristiano) e rivedendo disegno (e altezza) del Dynamic Fit Collar. La sensazione prevalente è proprio che lo scarpino sia un tutt’uno con il piede in tutti i suoi movimenti, senza impedimenti, senza costrizioni.

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Nike Mercurial Superfly 360 Elite Recensione | Perché no

Abbandonare i medi per tornare all’estremo, chiaramente, è una scelta che comporta delle conseguenze. Mentre i nostalgici delle Mercurial “classiche” esultano, infatti, è lecito aspettarsi qualche perplessità in più da chi alle Superfly era arrivato solo in tempi recenti, sfruttando l’ammorbidimento concettuale dietro al progetto delle V.

Unica concessione a questa idea di nuova-vecchia-Mercurial è stata una tomaia così morbida da essere permissiva anche per le piante più larghe, essendo facile un adattamento della forma al piede stesso. Il che – però – ha una controindicazione: la morbidezza della tomaia le permette di muoversi e modificare la propria forma in funzione dei movimento del piede.

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Nike Mercurial Superfly 360 Elite Recensione | Perché no

 

Si creano così delle “pieghe” di Flyknit, che fanno sì che in qualche momento sia più difficile percepire il tocco sul pallone. Non un grande difetto, trattandosi di un silo Speed duro e puro, ma comunque un fattore da segnalare a chi – con le ultime Superfly – si era abituato a poter controllare agevolmente il gioco anche in zone di campo distanti dalla fascia o dall’area avversaria.

Inoltre, sempre sulla tomaia (sulla quale il trattamento Acc è ora applicato prima della lavorazione), si è creato un visibile strato di protezione sulla parte più importante dello scarpino, quella anteriore e laterale; è caratterizzato da piccole scanalature, che altro non sono che le eredi delle speed ribs della Superfly 5.

In alcuni movimenti naturali, questa particolare conformazione fa un po’ di fatica a “seguire” il piede e il controllo di palla diventa – come direbbero alla Settimana Enigmistica – un quesito per solutori più che abili. Sintetizzando, potremmo dire che nella sua evoluzione, la Mercurial è tornata a essere una scarpa che non fa sconti.

Come tutte le cose veloci, del resto.  

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Nike Mercurial Superfly 360 Elite Recensione | Conclusioni 

 

L’impressione finale è quella di essere di fronte a una scelta del brand americano che va a definire meglio le aree di competenze dei propri scarpini. La nascita delle Nike Phantom Vision infatti, mostra l’intento di rendere i prodotti sempre più adatti a un determinato segmento di appassionati. Meno possibilità di adattamento e categorizzazione più forte.

Nike ha creato con le Mercurial Superfly 360 (disponibili in tutte le versioni, dalla Anti Clog alla Turf) un prodotto moderno, bellissimo e tutto da domare, proprio come un’auto sportiva.

Uno scarpino che restringe il campo d’azione (a sensazione ali, attaccanti rapidi, esterni velocissimi e stop) ma che porta al massimo alcuni concetti costruttivi e tecnologici. Come da tradizione: Nike Mercurial, sinonimo di successo.

Tester @Klorsche