Nike Magista Obra, la nostra recensione

Nike Magista Obra, la nostra recensione

Quando due anni fa le abbiamo viste apparire, a Barcellona, siamo rimasti letteralmente a bocca aperta. Uno stupore che si è ripetuto quando le abbiamo finalmente indossate per la prima volta, a Roma, e che ci ha spinto – tirando le somme – a inserire le Nike Magista al primo posto delle scarpe da calcio più importanti del 2014 (assieme alle “cugine” Superfly). Oggi le vediamo ai piedi di uno dei punti fermi della nostra nazionale a Euro 2016, Leonardo Bonucci. Impossibile allora non tornare a parlarne!

Video by @footballerz Italy

In questi mesi termini come Flyknit e Dynamic Fit Collar sono diventate d’uso comune per chi si occupa – per lavoro ma soprattutto per passione – di scarpini da calcio. Questo per spiegare la portata rivoluzionaria delle novità introdotte dalla casa americana qualche mese prima di Brasile 2014. Naturale, dunque, anche la curiosità che circonda le Nike Magista da parte di chi la sogna senza ancora averla potuta usare. Proviamo a rispondere a qualcuna di queste domande.

Com’è indossarla?
Poche balle: la Magista non somiglia a nient’altro di quello che avete usato in precedenza. Una volta appresa la tecnica giusta per metterle (le prime volte l’effetto comico è assicurato!) la sensazione è quella di una calzatura che avvolge completamente il piede, aderendo e adattandosi alla sua forma grazie alla tomaia in materiale sintetico Flyknit e sostenendo in maniera delicata la caviglia. Il Dynamic Fit Collar – e questa è un’altra delle domande che in tanti ci pongono – non comprime in maniera eccessiva e lascia una piena libertà di movimento al piede, sia nella corsa che al momento di calciare. Se a questo si aggiunge il peso piuttosto ridotto, intorno ai 200 grammi, possiamo sicuramente promuovere il gioiello di casa Nike in fatto di comfort.

Com’è giocarci?
Eredi delle CTR360, le Nike Magista sono progettate per giocatori creativi, centrocampisti in particolare (uno degli sviluppatori del progetto è stato don Andrés Iniesta), quelli che nei 90’ toccano la palla un’infinità di volte e dettano il ritmo della manovra fra passaggi brevi, lanci lunghi & Co. La tomaia è sufficentemente sottile da farci “sentire” la palla in ogni circostanza di gioco, rendendo naturali tutti i gesti. Al tempo stesso, e questo è un grande pregio, la rivoluzionaria trama del tessuto che riveste il piede è abbastanza resistente e offre – tanto per capirci – più protezione di una normale scarpa speed. Chiaramente se temete i contrasti duri (o siete intenzionati a farvi temere) forse non sarà la vostra primissima scelta. Non è un caso che molti centrocampisti di contenimento che hanno virato su Magista dopo la fine delle 360 abbiano optato per le Magista Opus, la versione “bassa”, la cui tomaia è in KangaLite.

Sudore, pioggia e fango.
La suola è parente stretta di quella già sperimentata sulle Hypervenom e, pertanto, accompagna i movimenti dei piedi senza eccessive rigidità. I tacchetti della versione che abbiamo provato (la classica FG) non sono troppo pronunciati e – di conseguenza – il piede non soffre né sui terreni erbo/terrosi secchi né sul sintetico di nuova generazione. Anzi, sui terreni un po’ più duri avere la caviglia fasciata dal Dynamic Fit Collar è senz’altro un vantaggio rispetto a chi veste scarpini tradizionali. Ci siamo divertiti, inoltre, a provarle in condizioni di umidità accentuata; grazie alla tecnologia ACC (All condition control) il rapporto con la palla non è turbato affatto dalla presenza di acqua sul campo. Eravamo curiosi (inoltre) di vedere cosa sarebbe accaduto alle Magista giocando su campi naturali “normali”, ben diversi dai tavoli da biliardo che vediamo in tv nel finesettimana o in Champions League. Bisogna ammettere che la parte in tessuto del “collarino” patisce la presenza di fango, così come tende ad assorbire il sudore durante il gioco e questo può rivelarsi una piccola seccatura, soprattutto nel caso delle colorazioni più chiare. Il vantaggio, però, è che la scarpa è perfettamente lavabile e spazzolabile, per cui richiede solo un po’ di manutenzione per rimanere sempre splendida.

Estetica e consigli.
Già, perché le Nike Magista sono anche fra le più belle scarpe in circolazione. Le nostre colorazioni preferite sono quella bianca della Shine Through Collection e quella turchese del nostro test, uscita a settembre 2014. Ma se volete veramente strabuzzare gli occhi basta ripassare le mille colorazioni personalizzate NikeID proposte da Paul Pogba negli ultimi mesi prima di passare definitivamente a Adidas. Premesso che si tratta a tutti gli effetti di una scarpa per registi di centrocampo, ci sentiamo di consigliarla anche ai difensori dai piedi buoni, quelli che fanno partire l’azione da lontano, e ai giocatori offensivi (punte e trequartisti) tecnicamente dotati che vogliono provare qualcosa di leggero ma più consistente delle calzature speed presenti sul mercato. [Tester: @orangeket]

Piccolo avviso ai naviganti: se giocate nelle categorie più basse, nei tornei aziendali e nei campionati amatoriali, mettete pure nel conto quando sfoggiate le Magista un paio di calcioni gratuiti. Il calciatore-tipo di queste serie, uno che usa solo scarpe nero-pece e giocherebbe con scarpini sei anche sulla ghiaia, è spesso portato a vivere come un insolente affronto la vostra scelta. Occhio!



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