Prima di dedicarsi a fitness e arti marziali, Reebok diceva la sua anche nel mondo del calcio
All’alba del nuovo millennio e del XXI secolo, fu la maglia da calcio che cambiò completamente il paradigma dei kit e dei materiali. Ma anche dello stile legato alle divise in senso più “alto”.
La Kappa Kombat è tornata il 4 febbraio per festeggiare i suoi 20 anni di vita, indossata – in edizione limitata – dal Monaco nella gara con l’Angers.
Monaco Kappa Kombat XX Limited Edition
La squadra del Principato è uno dei top team del marchio italiano e, non a caso, indossava maglie Kappa anche nella stagione 1999/2000, nella quale vinse la Ligue 1.
Kappa ha deciso di affidare proprio ai biancorossi una riedizione (Kombat XX) della storica, aderentissima, divisa, accompagnata da una collezione sportswear che ricorda il materiale tecnico indossato dal Monaco in quella annata.
Tornano dunque il classico colletto tondo, le caratteristiche maniche, mentre gli omini Kappa sono tono su tono sul petto e in rosso sulle maniche (bianche).
Era l’ottimo Monaco di Claude Puel, che poteva vantare in rosa giocatori del calibro di Barthez, Rafa Marquez, Lamouchi, Giuly, Gallardo, Marco Simone e Riise solo per citarne alcuni.
Monaco Kappa Kombat | La storia
Il 9 era David Trézéguet che – ironia della sorte – in estate fu anche il giustiziere della prima squadra a indossare le Kombat.
Infatti la Kappa affidò il lancio all’Italia, che sfoggiò le nuove maglie a Euro 2000, perdendo solo in finale contro la Francia.
L’arrivo delle Kappa Kombat ebbe come effetto – seppur fra lo scetticismo di alcuni – quello di far sembrare le altre maglie subito di un’altra epoca. Le classiche baggy anni 90, con le loro linee ampie e le immense maniche si dovettero inchinare a una maglia da calcio aderentissima, che grazie all’utilizzo combinato di poliestere e Spandex era in grado di fasciare completamente il corpo degli atleti e di evidenziare ogni trattenuta subìta.
Ma, soprattutto – promettevano alla Kappa – allungandosi fino a 40 cm, avrebbe consentito ai giocatori di proseguire nell’azione anche se disturbati in maniera irregolare.
QUI un bel documentario realizzato da Kappa sulla rivoluzione-Kombat
Monaco Kappa Kombat | Il parere di Rupertgraphic
Abbiamo chiesto a un’autorità in tema di maglie, il nostro Rupertgraphic, un’opinione su questo ventennale delle Kombat: “Fra le cose fighe della prima Kombat ci furono le cuciture al contrario, una cosa abbastanza originale”.
“La cosa bellissima, come teamwear, fu che costavano poco e si poteva scegliere la taglia in base a come la si voleva indossare; essendo così attillate, se tu portavi una M e volevi che stesse comoda potevi prendere una XL senza problemi. Chi aveva una squadra poteva comprare 20 XL e accontentare tutti, chi la voleva aderente, chi la voleva più comoda; i colli erano tutti uguali, le maniche tutte lunghe uguali”.
“Era una maglia davvero trasversale – conclude Alberto – monocromatica in catalogo, comodissima, eterna. Se la reinseriscono nel teamwear Kappa, essendo così famosa, per me andrà davvero di brutto!”.
A distanza di due decenni, viene da pensare che forse non eravamo pronti a quella rivoluzione che ebbe l’effetto – comunque – di spingere tutti i brand a sperimentare e a tenere in considerazione la performance, assieme al design. Basti pensare a quanto fatto negli anni dopo da adidas, Nike e Puma (basta dire Camerun, ci siamo capiti…) solo per citare i casi più eclatanti.
La maglia del Monaco Kappa Kombat XX è in vendita sul sito della squadra in edizione limitata, assieme alla linea sportswear indossata dai giocatori prima della gara con l’Angers, il 4 febbraio.
Secondo quanto intuito sui social, presto identico trattamento potrebbe toccare al Real Betis, in Spagna, vestito da Kappa anche negli anni Duemila. Chissà se vedremo qualcosa di simile anche per le squadre della nostra Serie A.