Quaranta anni fa, in questi giorni, la nazionale italiana si ...
Difficilmente al giorno d’oggi nel mondo del materiale calcistico la scelta di una data di lancio è casuale. Per la storia del calcio femminile, e in particolare quello afghano, l’8 marzo 2016 di sicuro non lo è. Proprio qualche giorno fa, infatti, in occasione dell’International Women’s Day, la casa danese Hummel e la nazionale di calcio dell’Afghanistan hanno presentato la prima maglia da calcio con l’hijab integrato. Il nuovo kit, che comprende anche dei leggings a copertura delle gambe, renderà più facile alle giocatrici conciliare la passione per il calcio con la loro fede, permettendo loro di competere finalmente con le squadre nazionali di tutto il resto del mondo.
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Le maglie presentate sono in realtà due: la prima (rossa) e quella away (bianca). I completi saranno usati anche dalla squadra maschile, ovviamente senza hijab e leggings. La divisa di casa è rossa, con uno scollo a v poco pronunciato ma molto squadrato sul quale ritroviamo gli altri due colori della bandiera nazionale: il nero e il verde. I dettagli principali sono in nero; spiccano il motivo geometrico che si ripete sul bordo inferiore e su quelli delle maniche e i classici galloni Hummel sulle spalle. Sulla trama della parte anteriore e di quella posteriore – inoltre – compare (sul tessuto) il profilo di un leone, simbolo e nickname delle squadre nazionali afghane. Tre leoni sono stampati anche, in nero, sulla parte interna del colletto, mentre su quella posteriore compare l’anno di fondazione della federazione: 1922. Lo stemma federale si trova sulla parte sinistra del petto, il logo Hummel a destra. L’hijab non è niente di più che un pratico e moderno sottomaglia, indossato dalle ragazze proprio come una qualunque maglia termica, della stessa tonalità di rosso della divisa e impreziosito da un motivo geometrico regolare. Stessi dettagli, in tutto e per tutto, per la divisa da trasferta, realizzata in bianco e nero.
“Questa maglia è la divisa della squadra afghana e sono orgogliosa di essere stata da modello per migliaia di donne e ragazze afghane, anche se per farlo ho dovuto lasciare la mia terra e tutto quello che avevo di più caro”, ha detto Khalida Popal, ex capitano dell’Afghanistan e capo del Commissione Finanze della Federcalcio Femminile Afghana (AFF), che ora lavora per Hummel International come coordinatore del progetto per la Cross Cultures Project in Danimarca. Christian Stadil, proprietario di Hummel, ha spiegato: “Le rare volte in cui le donne sono autorizzate a giocare in Afghanistan, devono indossare il velo. Cosa che generalmente si rivela difficile perché a volte la stoffa cala sugli occhi durante il gioco. Così abbiamo pensato a questa soluzione, l’hijab sportivo, e lo volevamo alla moda”. Due nuove maglie, quelle della Hummel, che per le calciatrici afghane valgono un sogno: quello di riuscire un giorno a emulare i colleghi uomini, che il 13 settembre 2013 alzarono al cielo di Kabul, nello stadio un tempo usato da Talebani per le esecuzioni, la SAFF Cup, la Coppa della federazione calcistica dell’Asia meridionale nella finale contro l’India.