“City till we die”: i tifosi dell’Hull non vogliono diventare Tigers

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=edgwYedLYYs] Certo, avere un nome come Chicago Bulls è una bella cosa. O anche Seattle Seahawks, per rimanere ai vincitori dell’ultimo Super Bowl. Ma se ti chiami Hull City Association Football Club, hai alle spalle 110 anni di storia e il tuo proprietario (egiziano) vuole trasformarti nelle Hull Tigers il discorso è diverso. Kingston upon Hull è una città dell’East Riding of Yorkshire, 250mila abitanti circa, che può vantare fra le altre cose di aver dato i natali agli Housemartins (band di culto anni ’80 della quale era bassista Norman Cook, alias Fatboy Slim) e agli Everything But The Girl. L’Hull City AFC ha un’esistenza lunga e –  a dirla tutta – non esattamente gloriosa. Una semifinale di FA Cup nel 1930, l’esordio assoluto in Premier nel 2008, la prima salvezza, poi la retrocessione e quindi il rocambolesco ritorno alla massima serie il 4 maggio 2013, grazie al pareggio con il Cardiff City (altra squadra che di proprietari bizzosi ne sa qualcosa) e alla contemporanea sconfitta del Watford di Zola contro il Leeds United, peraltro grande rivale dell’Hull. Nell’agosto scorso Assem Allam ha dichiarato di voler cambiare il nome della squadra “all’americana” per motivi di marketing e i tifosi sono insorti, facendo nascere le campagne “City till we die” e “No to Hull Tigers”. Avranno forse pensato appunto di fare la fine del Cardiff, che per ottenere i milioni di Vincent Tan ha perso sia il logo che le storiche maglie blu. Il prezzo del successo, a volte, è decisamente troppo alto per i tifosi.

Aggiornamento del 15.04.14
Il 9 aprile 2014 il consiglio della Football Association ha rigettato l’istanza di cambio nome da parte di Assem Allam con il 63.5% di voti contrari. Il proprietario dell’Hull ha annunciato l’appello, ma nessun ricorso è stato presentato e la decisione del Council è diventata definitiva. Non è escluso però che identica domanda venga ripresentata questa estate o che Allam decida di ricorrere al TAS (Tribunale arbitrale dello sport) di Losanna.



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