Adidas Messi 16.1, il nostro test

Adidas Messi 16.1, il nostro test

Noi Nerds abbiamo una debolezza, che non abbiamo mai negato: quando vediamo qualcosa in campo scatta irrefrenabile la voglia di provarla in prima persona. Figurarsi – quindi – se potevamo farci sfuggire le Adidas Messi 16.1, ovvero la scarpa del miglior giocatore del mondo. Avevamo già messo alla prova e apprezzato le Messi 16+ Pureagility (oltre che le Messi 15.1, a suo tempo) ma da un po’ morivamo dalla voglia di capire perché il numero 10 del Barça preferisse la versione coi lacci della scarpa che porta il suo nome.

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Eccoci dunque con le Messi 16.1 sul fondo del borsone, pronte ad affrontare con noi allenamenti e partite. La prima cosa che notiamo (e che pensiamo possa aver attratto anche Leo) è il tipo di calzata tradizionale: non ci sono collarini di o calze di alcun tipo, solo un tradizionale scarpino da calcio in materiale sintetico, piuttosto morbido sul tallone e per nulla invadente attorno alla caviglia. Per molti professionisti – come ci spiegò anche Max Gassner – è importante che quella parte del corpo, per loro fondamentale, sia libera. E’ il motivo per cui tanti giocatori, quasi sempre i più tecnici, fanno modificare le loro scarpe “alte” in maniera più o meno artigianale oppure scelgono le versioni “low”. Ed è anche uno dei fili conduttori di Adidas nello sviluppo delle prossime generazioni di scarpa.

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La Messi 16.1 è dunque abbastanza vecchio stile, come calzata, anche se la forma è davvero particolare. La scarpa è affusolata, con la punta che risulta molto più “stretta e bassa” delle altre sorelle. Paradossalmente, pur restando nell’ambito della stessa taglia delle altre adidas, in punta avanza qualche millimetro. L’allacciatura tradizionale, leggermente asimmetrica, permette di regolare la larghezza della scarpa rispetto al piede, permettendo di “personalizzarla” e renderla adatta sia a chi preferisce scarpini ben stretti sia a chi invece le tiene più larghe. La linguetta è l’aspetto forse più particolare, in materiale super leggero e integrata nella tomaia sul lato interno del piede. Una volta fatta l’abitudine a queste particolarità (e fatto un po’ di rodaggio, come vedremo) la Messi 16.1 si rivela davvero comoda e per nulla intimidita dal confronto con le sorelle “maggiori”.

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La tomaia Agilityknit è praticamente monopezzo, priva di cuciture con tre sole intersezioni di saldatura praticamente impercettibili. Un bel salto concettuale, se si pensa alla struttura con “gabbia a vista” che dominava le Messi 15. Il materiale utilizzato è morbido ma rugoso, una struttura che per certi versi ricorda abbastanza da vicino le prime Hypervenom. Dopo un paio di allenamenti di assestamento, l’Agilityknit si è adattata perfettamente alla forma del nostro piede; i piccoli fastidi sono scomparsi ed è rimasto uno scarpino perfettamente fasciante, leggero, comodo e gratificante al momento del contatto con il pallone. Una scarpa sicuramente più adatta a giocatori tecnici ed agili (dopotutto è sviluppata partendo dai piedi del numero 10 per eccellenza) che agiscono nella metà campo avversaria, ma in grado di disimpegnarsi egregiamente anche in altri settori del campo. Per quanto riguarda la morbidezza, meglio chiarire che il prezzo da pagare è quello della protezione un po’ scarna ai contatti di gioco.

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Piacevole sorpresa la suola, che è una Sprintframe particolare. Non solo per il profilo basso, quasi piatto sulla parte posteriore, a differenza di Ace e X, ma anche per la conformazione degli 11 tacchetti. Questi sono poco pronunciati, misti (triangolari e conici), fondamentalmente studiati per una trazione perfetta nei cambi di direzione secchi e nel dribbling. Il piatto delle Adidas Messi 16.1 si è rivelato ottimo sotto ogni punto di vista, per di più estremamente adatto sia all’erba naturale asciutta ai campi sintetici che, ormai, vanno per la maggiore. Sostanzialmente le Messi 16.1 si sono rivelate davvero ottime ed equilibrate e sono fra quelle scarpe che, al momento dell’addio, ci è dispiaciuto salutare: una scarpa che se non avessimo la passione più bella del mondo, quella di testare scarpini, sarebbe potuta essere la fedele compagna di tutta la stagione.     

[Foto copertina: SoccerBible]