Alla fine è andata un po’ come ci auguravamo, con ...
C’è un giocatore italiano che più di tanti, forse più di tutti, si è preso molte rivincite. Gli è mancato solo l’Europeo con l’Italia, per giunta da giocare nel paese dove ha sfondato. Sarebbe stato ideale come primo cambio in una difesa a tre. Avrebbe avuto più esperienza della maggior parte delle nostre riserve ed un atteggiamento da leader, acquisito divenendo capitano del suo club. Ha disputato oltre 25 partite nelle coppe europee, la maggior parte delle quali in Champions League. Si è confrontato con campioni di caratura internazionale, uscendo spesso sorprendente vincitore: Andrea Raggi è questo ed altro.
ANDREA RAGGI SERIE A
È quello che inizia la carriera nei dilettanti, con la Carrarese. Che arriva in Serie A (Empoli, nel 2005) confermandosi giovane dalle belle speranze. Ed è sempre lo stesso che viene affossato dall’esperienza a Palermo e che anche a causa di equivoci nella collocazione tattica vive malissimo i prestiti alla Samp e soprattutto al Bari dell’attuale Ct, Giampiero Ventura. All’inizio della stagione 2011/12 è Bologna (dove ha già giocato due anni prima, sempre in prestito) che lo vuole, lo coccola e gli dà la giusta dimensione. Non è un fenomeno, ma onora la maglia e si identifica con i tifosi felsinei. Però in questa storia che sembra perfetta c’è un grosso “ma”: il punto interrogativo di un rinnovo mai arrivato e di un contratto che scade, lasciando Raggi a piedi.
ANDREA RAGGI MONACO
Se ne va in Ligue 2, Francia, più precisamente nel Principato di Monaco. Lo vogliono il magnate russo che ha appena acquistato la squadra, Dmitry Rybolovlev, e il tecnico Claudio Ranieri. E allora meglio emigrare, perché poi a Montecarlo il caffè non è nemmeno così male. La nostalgia c’è, ma non si vede. Il primo campionato è stravinto e si torna nella massima divisione. La stagione seguente arrivano fior di campioni, da Moutinho ad Abidal, da Falcao a James Rodriguez e Andrea sembra condannato ad un’inesorabile panchina. Invece la squadra e la società gli danno fiducia. Il posto da titolare se lo guadagna e se lo tiene ben stretto anche quando arriva la qualificazione in Europa. Sarà solo la Juve, la sua squadra del cuore, a interromperne il sogno, nei quarti di finale della Champions League 2014/15.
ANDREA RAGGI CHAMPIONS LEAGUE
In Francia il vero successo è arrivare primo tra i normali, lo scudetto è roba per Ibra, inarrivabile se non ti chiami Paris Saint-Germain. E invece quest’anno il campionato sta uscendo dalla consuetudine e ci ha consegnato un Monaco incredibile. È tornato El Tigre Falcao, si sono aggiunti alcuni ragazzini terribili, Fabinho ha preso la leadership del centrocampo, Henry ha trovato il suo erede in Mbappe e Bernardo Silva sembra aver le stimmate del predestinato. E poi c’è lui, sempre lui, il nostro Raggi che in un modo o nell’altro Jardim sfrutta sempre. È la colonna portante della squadra, il mattone d’angolo un po’ nascosto che regge un’architettura sfavillante. Primi in Ligue 1, ai quarti nell’Europa che conta dopo aver fatto fuori Guardiola ed il suo ricchissimo Manchester City. Non male.
Andrea Raggi nel Principato è diventato re, ha trovato il suo ruolo ideale da difensore centrale di destra, mantenendo una grandissima duttilità. Ha indossato una fascia da capitano prestigiosa affrontando tanti campioni e maturando assieme ad altri, carpendone i segreti. Ha acquisito la testa di un grande giocatore, ma sempre con il cuore di chi non ha mollato e si è rimesso in gioco e con le gambe ha dimostrato di poter disputare match importanti. Per #TCG Monsieur Raggì, le roi de Monaco.
Per fare buona guardia sull’area dei monegaschi, Andrea Raggi indossa le Adidas Ace 17.1 Primeknit. Nell’allenamento pre-Borussia ha indossato invece delle X 16.1