di @GioPaini23 Se ti chiami Diego e nasci in Argentina ...
di Lorenzo Bellucco
L’attesa sta per finire, ci siamo quasi. Domenica, dopo più di due anni, torna finalmente l’Old Firm, il derby di Glasgow. Celtic contro Rangers, Hoops contro Light Blues, cattolici contro protestanti, proprio come ai vecchi tempi.
La gara che ha segnato in maniera così profonda il calcio scozzese (99 campionati vinti in due, su 117 disputati) manca agli annali dalla fine della stagione 2011/2012, quando il fallimento dei Rangers li obbligò ad andare a redimere i propri peccati finanziari nei bassifondi del calcio professionistico scozzese, la Third Division. Prima di allora c’era solo uno strapotere che aveva dato 54 titoli ai Rangers e 42 al Celtic, portando i due club a scontrarsi ben 399 volte tra campionato e coppe varie. Old Firm, tradotto alla buona ‘vecchia azienda’, è un nome che vuole sottolineare un po’ l’antichità della rivalità e un po’ quelli che sono gli enormi benefici commerciali (circa 120 milioni di sterline ogni anno) che ne derivano.
L’Old Firm torna dopo due stagioni e il pretesto è la semifinale di coppa di Lega al Celtic Park di Glasgow, tirato a lucido per l’occasione con i lavori di riammodernamento ultimati appena in tempo. L’ultimo scontro tra le due, proprio in questo stadio, vide il Celtic trionfare per 3-0. Ma questa è una rivalità impossibile da placare, anche fuori dai 7.140 metri quadri di un campo da calcio, fuori dai confini stessi del sacro sport. Celtic e Rangers sono due stili di vita opposti, due sensi d’appartenenza antitetici, due religioni a confronto; citando un film di qualche anno fa (Hooligans) diremmo quasi che la rivalità, più che quella fra Yankees e Red Socks ricorda quella fra Israeliani e Palestinesi. Cattolici contro protestanti, conservatori contro laburisti, durante il derby di Glasgow difficilmente vi capiterà di veder sventolare bandiere scozzesi, piuttosto vedrete quelle di Irlanda e Regno Unito a fronteggiarsi dai due lati opposti del campo. Forse, e diciamo forse, col passare degli anni alcune tensioni sociali si sono affievolite, ma la rivalità calcistica è sempre molto sentita.
Nel filmato, per chi ha un po’ di tempo, un bel documentario firmato Vice sulla rivalità
Nel dopoguerra solo cinque giocatori hanno vestito la maglia di entrambi i club ma state ben certi che nessuno di questi si è mai sbilanciato a dire quale delle due abbia amato di più. Partite maschie, zeppe di cartellini, giocate sempre sul precario filo dell’equilibrio tattico ed emotivo, un derby per antonomasia, insomma. Come nel 2000 quando, a distanza di pochi mesi, i valori in campo furono totalmente rovesciati: ad agosto vinse il Celtic 6-2, a novembre vinsero incredibilmente i Gers 5-1. Ma l’Old Firm si è sempre dimostrata soprattutto una partita ricca di gesti eclatanti: Artur Boruc, portiere polacco del cattolico Celtic, che dopo un gol dei compagni si gira verso il settore dei tifosi ospiti e si inginocchia facendosi il segno della croce, in faccia ai protestanti (fu poi squalificato). Oppure la caccia all’uomo subita, in un derby del maggio del ’99, dall’arbitro Hugh Dallas, il quale, già colpito alla testa da oggetti lanciati dagli spalti, si vide caricare da quattro tifosi del Celtic, mentre stava ricevendo le cure mediche a bordo campo.
Ora che il fischio d’inizio si avvicina, ci rendiamo conto che l’attesa e l’emozione sono altissime. E’ il momento di lasciar parlare il campo, riempire un bicchiere e brindare. Welcome back, Old Firm.