di Lorenzo Bellucco L’attesa sta per finire, ci siamo quasi. ...
#TCG – CHARLIE AUSTIN
E’ proprio il caso di dirlo, c’è chi nasce col talento e chi invece una carriera se la costruisce mattone su mattone. Nel vero senso della parola. Per informazioni a riguardo chiedere pure a Charlie Austin, oggi vero bomber del Southampton rimasto orfano del nostro Graziano Pellè: «Ricordo che un giorno, quando avevo 17 anni, stavo lavorando in un posto che si chiama Overton. Alle due di pomeriggio ero completamente zuppo e sentivo come se avessi la spalla di cristallo. Non la potevo piegare ed ero completamente ricoperto di fango. Ogni volta che mi stanco a giocare a pallone mi ricordo di quel giorno.. ».
Già, perché Charlie le sue fortune le ha costruite grazie alla fatica ed al sudore, sulla scia del connazionale Vardy. Entrambi membri di una working class ambiziosa, mai doma. Vardy in fabbrica, Austin fino a vent’anni nei cantieri a lavorare come muratore presso la ditta del padre, alternandosi tra sacrificio e pallone. Prima i muri li costruiva, cercava di alzarne di solidi e robusti, adesso li abbatte, quelli delle difese avversarie, a suon di gol pesanti. Tanti gol, da rapace d’area di rigore o da centravanti di manovra, non fa differenza.
Potente e rapido, abile di testa e con un gran tiro, ma anche generoso con i compagni e prezioso in fase difensiva. Charlie Austin viene dal basso e porta inevitabilmente con sé un bagaglio pieno di sacrifici: «Sono stato felice di andare a lavorare ogni giorno, essere pagato il venerdì, giocare a calcio con i miei compagni di sabato, riavere i miei soldi del calcio, uscire il sabato sera, e guardare il calcio di domenica, poi andare a lavorare il lunedì ».
Le giovanili del Reading, che lo scarta follemente per motivi fisici, poi Kintbury Rangers e il ritorno vicino casa all’Hungerford Town. L’occasione buona tra i dilettanti gliela dà il Poole Town ripagato con quasi cinquanta reti in un’annata strepitosa. Le grandi prestazioni gli valgono l’interesse dello Swindon Town e per Charles è il momento di sfondare tra i professionisti nella terza serie inglese. Il bottino di reti è da top scorer con trentasette segnature in una stagione e mezza. Così arriva un altro salto di categoria, se lo prende il Burnley che lo porta in Championship. Qualche mese di ambientamento e poi di nuovo in doppia cifra per due campionati consecutivi fino a sfiorare i trenta gol.
#TCG – CHARLIE AUSTIN
Londra lo chiama e lui risponde. Se ne va al QPR che accompagnerà sulle montagne russe di una promozione in Premier e poi di un’immediata retrocessione, nonostante un dato straordinario per un debuttante nella massima serie: diciotto gol in trentacinque gare con una media di uno ogni due partite. Per qualche tempo ritorna in Championship, ma ci rimane per poco. I Saints hanno bisogno di un attaccante, di un bomber di razza, di uno dal gol facile che sappia caricarsi la squadra sulle spalle. E Charlie Austin, dall’alto del suo metro e ottantotto, ce le ha belle larghe.
In questa stagione ha già messo a referto sette reti in nove match, supportato anche da un collettivo importante, la media non esita a scendere, tutt’altro. Si innalza a ragione di chi lo paragona ad altre vecchie rivelazioni del calcio inglese come Grant Holt e Rickie Lambert: «Quello che hanno fatto è eccellente, quindi perché non posso farlo io? » Pure Hogdson, da selezionatore della nazionale, gli aveva messo gli occhi addosso. Poi non se n’è fatto niente. Ma siamo certi, la chiamata arriverà, come è arrivato quel gol decisivo ad Old Trafford che, all’inizio dell’anno, ha affossato il Manchester United. Un momento che quando era un semplice muratore poteva solo sognare la notte e che ora è parte della sua storia.
[Nota Nerd – Scarpe da calcio di Charlie Austin 2016-17: Nike Mercurial Vapor XI]