Calcio e combine, cinque storie di biscotti mondiali

Calcio e combine, cinque storie di biscotti mondiali

footbAll Nerds per GQ Italia.

Alle soglie della terza partita del girone di Brasile 2014, una manciata di squadre è già qualificata: a molte tocca vincere, alcune possono permettersi di fare qualche calcolo. La sindrome del “biscotto”, del risultato stabilito a priori perché utile alle due squadre in campo è vecchia perlomeno come il Mondiale: 84 anni portati alla grande, se è vero che già si mormora di un morbido pareggino fra Usa e Germania per far fuori il Portogallo, e di un Camerun (già eliminato) particolarmente arrendevole nei confronti del Brasile.

Sono diversi i precedenti: eccone 5 che (anche in mancanza di conferme ufficiali) proprio non possono essere dimenticati.

Italia ’90, Argentina-Romania 1-1
Terza gara del girone B, il Camerun a sorpresa è primo in classifica con due vittorie mentre Maradona e i romeni, sconfitti proprio dagli africani all’esordio, devono guardarsi le spalle dall’URSS. Un pareggio, però, garantirebbe a entrambe le squadre il passaggio del turno (all’epoca, mondiale a 24 squadre, si qualificano anche le migliori terze) e alla fine nel giro di 7′ arriva l’1-1 che rende vano il 4-0 dei sovietici. Sempre in questa edizione da segnalare anche il pareggino (1-1) di Palermo fra Irlanda e Olanda che qualifica entrambe a scapito del povero Egitto.


USA ’94, Russia-Camerun 6-1
La gara passa alla storia essenzialmente per due ragioni: le 5 reti di Oleg Salenko (record di singole segnature in un match mondiale) e quella di Roger Milla, il più anziano giocatore ad andare in gol in una coppa del mondo a 42 anni e rotti. Ma Russia-Camerun è anche la partita che consente all’Italia di Sacchi il passaggio agli ottavi come migliore terza grazie alla vittoria dei russi, peraltro già eliminati. La questione non viene mai approfondita ufficialmente, ad alimentare i sospetti restano il largo punteggio e l’exploit isolato del bomber Salenko, capocannoniere del mondiale assieme a Stoichkov, la cui carrierà non decollò mai, né al Valencia né nei Rangers.

Germania ’74 Germania Est-Germania Ovest 1-0
Probabilmente vi hanno parlato di questa partita come della storica affermazione dei modesti calciatori dell’Est nei confronti dei cugini occidentali, belli, ricchi e famosi. La rete di Jürgen Sparwasser è entrata nella leggenda di questo sport, ma spesso non si ricorda che, lasciando alla DDR il primato nel girone, Beckenbauer e compagni evitano il girone di semifinale con Brasile e Olanda e planano verso la finale di Monaco di Baviera affrontando le più abbordabili Jugoslavia, Svezia e Polonia. Un percorso che, conti alla mano, vale ampiamente la storica sconfitta nel ‘derby’.


Argentina ’78, Argentina-Perù 6-0
Di gloria vera, nel mondiale casalingo conquistato dall’Argentina della Giunta militare, ce n’è poca. La gara di Rosario contro il Perù è però di gran lunga la pagina peggiore, entrata negli annali con il nome di “Marmelada peruana”. Il girone che qualifica alla finalissima del Monumental vede di fronte i padroni di casa e gli storici rivali del Brasile; stante il 3-1 della Seleção alla Polonia di qualche ora prima all’Argentina contro il Perù servono almeno quattro gol di scarto. Già nei giorni precedenti si fa un gran parlare del portiere del Perù, Ramon “El loco” Quiroga, argentino naturalizzato; tocca a lui, nato proprio a Rosario e con un passato nel Rosario Central, difendere la porta peruviana nella gara decisiva. Difendere si fa per dire, dato che raccoglie addirittura sei palloni nella propria porta, spianando alla nazionale di Menotti la strada verso la finale e la coppa del mondo. Contrariamente a quanto si ritiene, Quiroga non ha mai ammesso la “marmelada” e – anzi – ha giocato anche i mondiali di Spagna, nel 1982.


Spagna ’82, Germania Ovest-Austria 1-0
Una delle vicende più scandalose nella storia dei mondiali. Gijon, 25 giugno 1982: la vittima si chiama Algeria. Gli africani, trascinati da Madjer e Belloumi, sono la rivelazione del girone e hanno già battuto Germania e Cile, perdendo solo con l’Austria. Ai tedeschi serve una vittoria per passare, qualsiasi altro risultato li condannerebbe. Gli austriaci, praticamente già qualificati al secondo turno, sono così teneri che si tagliano con un grissino: segna Hrubesch al 10′, seguono 80 minuti di melina. Un commentatore tedesco si rifiuta di proseguire la telecronaca, il collega di Vienna invita gli spettatori a spegnere le tv, il pubblico spagnolo in tribuna urla “Fuera! Fuera!” mentre i tifosi algerini sventolano provocatoriamente banconote all’indirizzo dei giocatori in campo. La FIFA rifiuta di aprire un’inchiesta ufficiale ma, a partire da Messico ’86, le ultime gare dei gironi verranno giocate in contemporanea.



Post a new comment