Nike Academy a Milano con Eder e Icardi

Nike Academy a Milano con Eder e Icardi

NIKE ACADEMY

Milano, 19 settembre 2016. Ore 16 circa. Presso il Campo Sportivo “Piccolo Stadio Scarioni 1925” di via Tucidide 10, 28 giovani calciatori entrano in campo e incominciano a calpestare il terreno di gioco. Magliette, calzoncini, calze e scarpini sono firmati Nike. L’appuntamento è di quelli da segnare sull’agenda: è il giorno dell’inaugurazione del Nike Academy Milano.

Nike apre le porte della sua esclusiva accademia e dà inizio ad una straordinaria iniziativa che vuole offrire a giovani calciatori l’opportunità di aver accesso a strutture e a strumenti di cui solo i calciatori professionisti possono normalmente disporre. Nike conferma la grande attenzione sulla parte fondamentale della prestazione di un calciatore: il training. Durante l’evento i ragazzi avevano ai piedi l’Elite Pack e il completo training Nike.

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Per perseguire questo obiettivo, il brand americano non poteva che affidare la formazione dei suoi “studenti” ai migliori  “professori” possibili in questo settore, ovvero alcuni tra i migliori coach e giocatori appartenenti ai club di serie a. Così facendo, realizza il desiderio di ogni giovane e ambizioso calciatore: quello di essere allenati da professionisti e campioni. Gli appuntamenti della Nike Academy avranno cadenza periodica e ogni sessione di allenamento avrà come oggetto un aspetto particolare delle situazioni di gioco: difesa, centrocampo e velocità.

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Oggi, il tema della lezione era l’attacco e nelle vesti di coach di questi giovani ragazzi, Nike ha portato due dei migliori attaccanti della Serie A: il capitano dell’Inter Mauro Icardi e il suo compagno di squadra, nonché attaccante della nazionale italiana, Eder.

La redazione di footbAll Nerds, ovviamente, non poteva mancare e grazie a Nike ha potuto rivolgere alcune domande ai campionissimi dell’Inter.

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Mauro, che tipo di rapporto hai con l’allenamento?
Io penso che a nessun giocatore piaccia allenarsi perché è duro e si fatica. Personalmente, non amo molto fare allenamenti incentrati sulla corsa, ma, preferisco allenarmi maggiormente su esercizi brevi in cui miglioro la mia esplosività.

Ad oggi sei considerato uno dei più forti attaccanti del campionato di Serie A. Cosa ti manca per ricevere lo stesso riconoscimento a livello mondiale ? Su quale aspetto ti devi ancora migliorare per raggiungere tale status?
Io sono giovane, ho ventitré anni e ho ancora tanto tempo per potermi migliorare. Non c’è un aspetto specifico su cui devo allenarmi. Devo semplicemente allenarmi ogni giorno perché solo così potrò migliorami. Penso di avere ancora margini di crescita enormi e solo con la giusta mentalità potrò veramente diventare ancora più forte.

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A quale campione del passato ti ispiri?
Gabriel Omar Batistuta: è sempre stato il mio idolo.

Che cosa si prova a segnare un gol davanti ad uno stadio strapieno, contro la Juventus di Higuain, in una partita così importante?
E’ sempre un emozione bellissima. Tra l’altro il mio primo gol all’Inter è stato proprio contro la Juventus (Inter-Juventus 1-1 15.09.2013 ndr) e da quel giorno, segnare contro di loro è sempre stato qualcosa di speciale. Inoltre, farlo con la maglia dell’Inter piuttosto che con un’altra lo rende ancora più emozionante.

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Eder, quali sono (se esistono) le principali differenze tra gli allenamenti che fai con la maglia nerazzurra rispetto agli allenamenti che hai fatto in passato con le altre squadre in cui hai militato?
Penso che a livello professionistico vi siano poche differenze tra gli allenamenti di una squadra piuttosto che un’altra. Certamente ogni allenatore possiede un proprio metodo, ma a livello di intensità e di preparazione fisica però non ravviso grandi distinzioni.

Sempre rimanendo sul tema-allenamento, ora che sei un veterano del campionato italiano, l’Eder di oggi ha modificato qualche aspetto dei propri allenamenti rispetto all’Eder di ieri (è arrivato in Italia nel 2005)?
L’evoluzione del gioco in questi ultimi anni ha portato con sé l’introduzione di diverse metodologie di allenamento. Perciò inevitabilmente alcune modifiche negli allenamenti vi sono state. Ad esempio, quando sono arrivato in Italia per la prima volta, si tendeva ad usare molto di più le macchine in palestra per potenziare il proprio tono muscolare. Oggi, invece, si allena molto di più la rapidità, la stabilità attraverso esercizi differenti. La velocità nel calcio è aumentata e pertanto la parte fisica ha sempre più una maggiore rilevanza. Il nostro corpo è la nostra vera e propria macchina. Ciò impone che esso vada curato con la massima attenzione.

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Qual è stato nella tua carriera l’allenatore che maggiormente ti divertiva attraverso i propri metodi di allenamento?
Non c’è un allenatore che più di un altro mi abbia divertito e si sia distinto in tal senso. Tutti gli allenatori che ho avuto alternavano lavori più divertenti, come la partitella, con lavori più pesanti.

Ai ragazzi della Nike Academy hai spiegato quanto sia importante sacrificarsi per poter diventare calciatori professionisti. Voltandoti indietro e guardando alla tua carriera, qual è stato il momento in cui hai capito che potevi effettivamente diventare un calciatore professionista, e quindi avresti dovuto compiere grandi sacrifici ?
Quando avevo 13 anni e ho partecipato ad un torneo in Brasile. Dopo questo torneo ho ricevuto parecchie offerte da squadre importanti. Fare il settore giovanile in queste squadre però significava compiere grandi sacrifici. Primo tra tutti quello di abbandonare la mia famiglia. Compiere sacrificio però è indispensabile per poter diventare un calciatore professionista. Farli quando sei giovane non è facile, perché magari il sabato o la domenica i tuoi amici vanno a ballare e tu invece devi stare concentrato e devi giocare. I sacrifici però sono essenziali poiché come ho detto prima la nostra macchina è il nostro corpo e perciò devi averne la massima cura.

Prossimo appuntamento targato Nike Academy Milano: giovedì 29 settembre presso il Nike Pitch, il PalaScarioni di via Tucidide 10.

Testo @Roberto Sartorio | Ph @clapaciello