Keshi Anderson, Andy Kellett e la forza dei sogni

Keshi Anderson, Andy Kellett e la forza dei sogni

di @FFiumi

Spesso si dice che nella vita non ci sia limite al peggio. Per una volta cerchiamo di ribaltare insieme il concetto, soprattutto considerando che la nostra storia si svolge in Inghilterra, dove il bicchiere (di birra) è quasi sempre mezzo pieno.

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Prendete, per esempio, un pomeriggio di gennaio in quel di Brentford, sobborgo a sud ovest di Londra. Keshi Anderson ha un provino con la squadra locale. Dando un’occhiata al look del ragazzo, viene facile immaginarselo che esce dalla metropolitana con borsone a tracolla e cuffie nelle orecchie, probabilmente con le gambe che tremano da matti: in fondo non capita tutti i giorni di fare un provino per una squadra di Serie B, soprattutto se hai diciannove anni e giochi per il Barton Rovers, ottava serie nazionale, una specie di Eccellenza. Dettaglio importante: tra un allenamento e l’altro, il Brentford ha organizzato un’amichevole contro il Crystal Palace, ad oggi tredicesimo in Premier League. Anderson si alza dalla panchina al 65’ e buca la porta del Palace con una sontuosa tripletta: sinistro, destro, testa. Inutile dire che il trial sia andato bene, a questo punto il Brentford ci stia facendo più di un pensiero. Solo che il contratto che il ragazzo si vede mettere sul tavolo ha lo stemma del Crystal Palace. La squadra di Alan Pardew gli darà la chance di affacciarsi al calcio che conta davvero. 

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Ora spostiamoci di qualche chilometro più a nord, a Bolton. Ancora niente posto in squadra per Andy Kellett, 21 anni, che sta preparando la borsa per tornare a Plymouth, dove giocherà in prestito fino al termine della stagione. Poi, il telefono che squilla. È Neil Lennon, leggenda del Celtic e oggi allenatore dei Wanderers: “Vai al Manchester United!”. Kellett pensa a uno scherzo, prima di ricordarsi di che tipo sia Lennon, uno deciso, faccia da duro, che sembra sorridere per sbaglio. Sarà caduto dalla sedia, si sarà messo a piangere, chi lo sa. Di sicuro avrà impiegato un paio d’ore per riprendersi dallo shock: dalla terza serie inglese ai Red Devils, anche qui non male come salto. Ecco qui due storie pazzesche, quando capita qualcosa che non ti aspetti, in cui forse nemmeno speri più di tanto quando guadagni 200 sterline al mese come Anderson o come quando, vedi Kellett, stai per tornare nel sud d’Inghilterra a ingoiare bocconi amari, magari facendo panchina a vantaggio di qualche anziana stella locale.

Due scommesse, due destini da scrivere che avranno certamente bisogno di tanta fortuna, sempre però con la consapevolezza che non c’è mai limite al meglio. Good luck, ragazzi.



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