Mario Götze e le Magista, infiltrati speciali al Maracanã

Mario Götze e le Magista, infiltrati speciali al Maracanã

@orangeket per GQ ItaliaA cinque minuti dal 90’ di Germania-Argentina, finale mondiale, si scaldava a bordo campo, vicino alle panchine. Il luogo dove era scivolato dopo l’ottavo contro l’Algeria, finendo per recitare una parte da comprimario nella maestosa cavalcata tedesca verso la finale del Maracanã. Ma siccome il calcio scrive sceneggiature avvincenti e spartiti che poi si diverte a scompaginare, al 120′ Mario Götze era l’eroe di tutta la Germania.1405405897_foto_finale_gerarg-590x330Weltmeister, campione del mondo, come non accadeva da 24 anni in un’altra finale (brutta) contro l’Argentina. Mario Götze da Memmingen, 22 anni a inizio giugno, a fine partita aveva la faccia sorridente e beffarda dell’imbucato alla festa di gala, del monello che sa di averla fatta grossa ma che – in ogni caso – verrà perdonato. Il sinistro di prima intenzione con cui batte Romero e mette la coppa del mondo sul volo per Berlino non è che l’ultima marachella di Mario. Uno che non si è fatto problemi ad annunciare il passaggio al Bayern Monaco proprio nell’anno in cui il suo Borussia Dortmund sognava di alzare la Champions League dopo un lungo digiuno, sogno sfumato a Wembley – manco a dirlo – proprio contro i bavaresi.Mario a Londra non c’era, tradito dal bicipite femorale, ma c’è da giurare che in campo non avrebbe provato alcun imbarazzo. Così come, sei mesi dopo, non lo provò nell’infilzare la sua vecchia squadra a domicilio: 0-3 al Westfalenstadion e via andare. E nessun rossore mostra, Mario, nemmeno quando si tratta di infrangere le rigide regole del nuovo galateo calcistico, quello scritto dagli sponsor e dalle pubbliche relazioni. Alla presentazione in maglia Bayern, luglio di un anno fa, ci va con una t-shirt Nike che nemmeno Michael Jordan ai tempi d’oro. All’Allianz Arena, nella casa di una squadra che veste il marchio a tre strisce dagli anni ‘60 e di cui Adidas detiene anche parte (8,3%) dell’azionariato.1405404488_mario_gotze_nike-590x330Alla Nike probabilmente lo adorano per questa faccia tosta, dato che nonostante il cazziatone e la multa in autunno si ripete, presentandosi con dei calzettoni Nike ad un allenamento della nazionale. Ma oltre ad apprezzarlo come testimonial “pirata”, hanno puntato su di lui per lo sviluppo dell’ultimo rivoluzionario progetto calcistico di Beaverton: le Magista. Le Magista Obra inconfondibili scarpe “a stivaletto” con la rivoluzionaria e leggerissima tomaia in Flyknit sono state senza dubbio la più grossa novità in fatto di scarpini vista in Brasile. Leggerissime proprio grazie alla moderna tecnica di costruzione ma, al tempo stesso, in grado di garantire comfort e il massimo del controllo in ogni zona del campo e in ogni situazione, proprio come la scarpa che avevano sostituito a fine maggio, la CTR360.1405404952_GOTZE_interna.jpg-590x330E, grazie a Götze, alla 360 sono accomunate da un glorioso, dolcissimo destino: quello di aver deciso una finale mondiale. Quattro anni fa toccò a Iniesta ‘matare’ l’Olanda, questa volta è stato il monello Mario a imbucarsi alla festa che sembrava destinata ad essere griffata da altre firme (prima finale tutta Adidas dopo 24 anni, in campo Messi e Müller ancora in corsa per la scarpa d’oro) e a lasciare tutti di stucco con un graffito colorato. A forma di baffo.



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